Usa: rischio abuso farmaci per ciechi e ipovedenti
Nuovo studio denuncia: scritte troppo piccole sulle confezioni
28 gennaio 2009 – Posologia sbagliata a causa della disabilità visiva. A lanciare l’allarme è la Fondazione americana ciechi (AFB), che ha commissionato uno studio sull’uso e l’abuso di farmaci. Infatti, se non si possono leggere etichette o i bugiardini è a rischio la salute: solo negli Stati Uniti sono oltre venti milioni le persone colpite da ipovisione e cecità.
Secondo la ricerca – condotta su un centinaio di persone – i disabili visivi sono andati incontro ai seguenti problemi: assunzione errata del farmaco; malore da abuso di medicinali; pronto soccorso o ricovero in seguito a intossicazione (da farmaci); ‘dipendenza’ da conoscenti o estranei per avere informazioni corrette sui dosaggi.
“Occorre che i politici, i farmacisti e gli altri soggetti lavorino assieme – ha dichiarato Mark Richert della AFB – per assicurare che le prescrizioni sulle etichette siano accessibili e che tutti possano assumere farmaci efficacemente, indipendentemente e – cosa più importante – senza danni per la salute”.
Un ventenne è dovuto correre al pronto soccorso perché essendo diabetico – ma non riuscendo a leggere l’etichetta – ha assunto per errore una dose doppia d’insulina, causando un calo eccessivo di zuccheri nel sangue (ipoglicemia). Una nonna sessantacinquenne, invece, ha confuso un farmaco contro l’ipertensione e un antidepressivo perché le etichette erano state stampate con caratteri troppo piccoli. Infatti, attualmente negli Stati Uniti non ci sono regole che stabiliscano la leggibilità delle confezioni anche per gli ipovedenti o il Braille per i ciechi. Il problema è che, sebbene esistano tecnologie che consentono la lettura, non sono ampiamente accessibili.
La situazione è migliore nel nostro Paese: l’Italia ha recepito una direttiva comunitaria del 2001 con un decreto legislativo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 21 giugno 2006: sulle confezioni di tutti i farmaci deve essere riportato il loro nome in alfabeto Braille, mentre gli ipovedenti possono richiedere fogli illustrativi in caratteri più grandi (si veda l’art. 75 del Dlgs 219/2006 ). Mentre il Braille è ormai largamente diffuso, la facilità di accesso ai bugiardini leggibili per gli ipovedenti non è altrettanto immediata; però oggi, grazie ad internet, generalmente si possono consultare i fogli illustrativi direttamente nei siti internet delle diverse case farmaceutiche.
Fonti: American Foundation for the Blind , Parlamento.it.
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