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Usa, quasi dimezzato rischio cecità da glaucoma

Usa, quasi dimezzato rischio cecità da glaucoma I progressi della medicina e dei trattamenti consentono di salvare la vista se la diagnosi è tempestiva 27 gennaio 2014 – Il rischio di perdere la vista a causa del glaucoma è quasi dimezzato negli Usa. Il confronto è stato fatto su un campione significativo: si è passati dal 25,8 per cento di persone cieche a cui era stata diagnosticata la malattia oculare (anni 1965-’80) al 13,5 per cento di coloro che avevano ricevuto una diagnosi tra il 1981 e il 2000. Grazie ai progressi della medicina la possibilità di perdere la vista a causa del glaucoma è, quindi, nettamente più bassa che in passato. Infatti anche i non vedenti, secondo i dati Oms diffusi nel 2010, nel mondo sono passati da 45 a 39 milioni. Tuttavia gli ipovedenti sono sempre di più, sia a causa dell’invecchiamento demografico che per altre ragioni (ad esempio tenendo conto del mancato accesso agli occhiali). Misurazione della pressione intraoculare (tonometria) Secondo i dati citati dalla rivista Ophthalmology nel mondo i malati di glaucoma sono ormai 60,5 milioni (erano 55 milioni secondo l’Oms nel 2010); solo negli Stati Uniti la patologia riguarda 2,7 milioni di individui. Ricorrere alle cure – in genere basate su colliri specifici per abbassare la pressione dell’occhio – è certamente necessario, ma resta importante una diagnosi tempestiva. Più nello specifico i ricercatori di una clinica americana hanno considerato l’incidenza della forma più comune di glaucoma (detta ad angolo aperto) diagnosticata in una contea del Minnesota, uno dei pochi luoghi al mondo dove viene condotto uno studio epidemiologico a lungo termine sulla patologia oculare. L’incidenza della cecità nella popolazione campione è scesa dall’8,7 per centomila al 5,5 per centomila a 10 anni dalla diagnosi di glaucoma. Eppure, concludono i ricercatori, “il 15 per cento dei pazienti con diagnosi più recente ancora progrediva verso la cecità”.

Fonte: American Academy of Ophthalmology

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