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Lente a contatto su computer

Usa, allo studio lenti a contatto elettroniche

In futuro gli ipovedenti potrebbero essere facilitati a navigare sul web con la realtà aumentata

In futuro si potrà probabilmente “potenziare” la propria vista indossando delle speciali lenti a contatto elettroniche, che andranno ben oltre la semplice correzione di un difetto refrattivo (miopia, astigmatismo, ipermetropia).
Infatti in un possibile scenario futuro si potrà attivare la navigazione su internet e spostarsi in una realtà arricchita d’informazioni (realtà aumentata), analogamente a quello che avviene nella realtà virtuale tridimensionale; al momento in cui scriviamo, tuttavia, le lenti a contatto elettroniche non sono ancora disponibili.

Il possibile scenario evoca però i film di fantascienza: gli ingegneri della Washington University sono riusciti a realizzare – nell’ambito di un progetto quinquennale (2009-2013) – dei prototipi di lenti contenenti un circuito elettronico. Tra l’altro questi ausili potrebbero consentire, un giorno, di visualizzare a circa mezzo metro di distanza una serie di informazioni utili, rendendo più semplice l’orientamento e la mobilità.

Tuttavia alla fine del 2011 la risoluzione del prototipo di lente elettronica era ancora di un pixel (ossia un solo punto), una qualità decisamente lontana da quella delle immagini tridimensionali di tipo televisivo.Foto: lente a contatto elettronica applicata a occhi di coniglio

“Guardare attraverso una lente completa – annuncia Babak Parviz, che insegna ingegneria presso l’Università di Washington – significherebbe vedere ciò che il display genera, sovrapposto al mondo esterno”. L’immagine fluttuerebbe innanzi a chi indossa le lenti a contatto speciali a una distanza apparente compresa tra i 50 cm e un metro. Le lenti a contatto elettroniche sono fatte con materiali biocompatibili e sono alimentate grazie alle onde radio emesse da un dispositivo prossimo, che vengono captate da una microantenna ad anello. Le future versioni potrebbero però ricavare energia direttamente dal sole (con dei micropannelli) o da un cellulare, che al contempo trasmetterebbe informazioni visualizzabili dalle lenti a contatto in sovrapposizione con lo sfondo.

Eppure, nonostante i limiti di queste ricerche – ancora ampiamente sperimentali – si potranno dischiudere molte prospettive: non solo si potranno vedere immagini ibride, frutto di una sovrapposizione tra mondo reale e realtà virtuale, ma si potranno trovare molte applicazioni concrete come, ad esempio, l’insegnamento dell’orientamento nello spazio o le applicazioni ludiche.

I ricercatori dell’Università di Washington (Usa) e della Aalto University (Finlandia) il 19 settembre 2011 hanno presentato il progetto di un display incorporato in una lente a contatto elettronica alimentata senza fili (wireless) in un articolo pubblicato sul Journal of Micromechanics and Microengineering . Scrivono gli autori:

In futuro i sistemi di lenti a contatto potranno ricevere dati da piattaforme esterne (ad esempio telefoni cellulari) e fornire una notifica in tempo reale degli eventi.

La lente a contatto elettronica incorpora un microchip collegato a un’antenna ad anello che lo alimenta. Gli autori dello studio osservano che, almeno potenzialmente, si possono incorporare diversi circuiti nelle lenti a contatto. Concludono i ricercatori:

Sebbene il nostro display abbia un solo pixel controllabile, abbiamo fornito la prima tecnologia che dimostra come, in linea di principio, si possano ottenere immagini composte da molti pixel.

Nel 2016 è stato pubblicato un nuovo articolo su PNAS sulle lenti a contatto del futuro. Si tratta di un progetto degli Istituti nazionali di sanità americani: la lente hi-tech potrà essere utile, in futuro, ai presbiti e consentirà anche loro di misurare la pressione oculare. Il loro potere di correzione sarà regolabile: varierà a seconda del grado di presbiopia grazie a un liquido interno alla lente stessa, i cui circuiti sono alimentati da mini-celle solari.

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Fonti: University of Washington, Journal of Micromechanics and Microengineering, New Scientist, PNAS.

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