UK, accesi nuovi occhi bionici L’Università di Oxford ha impiantato chip sottoretinici in due malati di retinite pigmentosa 9 maggio 2012 – Sagome indefinite sono emerse dall’oscurità, ma per flash successivi e visibili solo per una decina di gradi al centro del campo visivo. Questo è ciò che è avvenuto a due malati di retinite pigmentosa a cui sono stati recentemente accesi gli occhi bionici presso la celebre Università di Oxford (UK). Questa volta – come già avvenuto in Germania e in Italia – niente telecamera esterna inserita in una montatura degli occhiali: un chip da 1500 elettrodi impiantato sotto la retina che capta direttamente la luce stimolando le cellule retiniche ancora vive. Grazie al nervo ottico integro (cosa che avviene per poche malattie degenerative retiniche) i segnali arrivano al cervello, il quale però si dovrà abituare alla nuova modalità visiva. Ammesso che l’operazione abbia successo (a Tubinga, in Germania, solo tre pazienti su undici hanno recuperato parzialmente la vista) è poi necessario un training per ‘imparare a vedere’. Le persone operate con successo riescono a riconoscere grandi lettere o a seguire una grande riga bianca tracciata sul pavimento. Seppur sperimentale, attualmente si tratta dell’unico sistema per consentire ai malati di retinite pigmentosa (una patologia oculare di origine genetica) di vedere qualcosa, ma solamente in bianco e nero e con una risoluzione ancora bassa (38X40 pixel).
Link utile: Oftalmologia Sociale (si legga l’articolo “Un chip sottoretinico contro la cecità“)
Fonti principali: Oxford University , Università di Tubinga
Ultima modifica: 22 maggio 2012