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Stati generali Roma aprile 2016

Stati generali della ricerca sanitaria a Roma

Stati generali Roma aprile 2016
Stati generali Roma aprile 2016

Il punto sulla ricerca in sanità. Lo si è fatto – a livello istituzionale – il 27 e il 28 aprile mattina a Roma, in occasione degli Stati generali organizzati dal Ministero della Salute su questo tema.

Più sprint per la ricerca scientifica italiana

La situazione della ricerca scientifica in Italia (che, com’è noto, non gode di buona salute), i settori d’eccellenza in campo scientifico e il futuro dei giovani. Sono alcuni dei punti salienti affrontati nei due giorni di workshop, con 145 relatori e 1200 invitati. Un’attenzione particolare è dedicata alla ricerca biomedica, ai brevetti e alla dimensione internazionale, che in Italia andrebbe incentivata. I ricercatori dovrebbero avere un migliore riconoscimento a livello giuridico e professionale, così come annunciato dal governo.Il Ministro Lorenzin alla conclusione dei lavori con giovani studenti e ricercatori (Roma, 28 aprile 2016)

Lorenzin: strategia di sistema per l’Italia

Il Ministro Lorenzin alla conclusione dei lavori con giovani studenti e ricercatori (Roma, 28 aprile 2016)

In apertura dei lavori il 27 aprile, nella sala gremita dell’Auditorium Massimo (Eur), è intervenuto il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin: “Abbiamo bisogno di una condivisione”, “in modo tale che tutto il Paese capisca che questo [della ricerca biomedica] sia un asset per lo sviluppo”. Il vulnus c’è soprattutto quando bisogna tradurre le scoperte in prodotti e applicazioni pratiche. Insomma, c’è un gap che andrebbe colmato con un’ottica di sistema.
“Abbiamo personale sanitario altamente formato”, ha sottolineato la Lorenzin, “eppure l’Italia non riesce ad attrarre investimenti”. Essere “inseriti nei network è la chiave”, soprattutto a livello internazionale. Il Belpaese dovrebbe essere più attrattivo anche per i ricercatori stranieri. Il problema non è tanto che i ‘cervelli’ vadano all’estero, quanto che questi non tornino o che non vengano affatto nel nostro Paese.
“Questo grande capitolo va rilanciato in una strategia di sistema”: l’Italia dovrà diventare più accattivante e attraente. La ricerca indipendente “crediamo cha vada sostenuta dallo Stato”, trovando però delle sinergie. “Bisogna continuare a investire in ricerca” a livello pubblico; tuttavia, ha auspicato il Ministro della Salute, mi piacerebbe dire che “tutto ciò che viene brevettato diventi occasione di sviluppo”.
L’Italia deve, quindi, fare sistema e aprirsi di più alla ricerca mondiale. Occorre, ha avvertito Lorenzin, “costruire un contesto giusto” anche per “garantire ai cittadini l’accesso ai farmaci innovativi”.

Giannini: verso un “ecosistema” avanzato

Il Ministro dell'Istruzione Giannini (Foto MIUR, part.)

La ricerca è andata avanti con qualche difficoltà per via degli steccati disciplinari; insomma, “è necessaria una maggiore osmosi” tra i vari àmbiti. Lo ha sottolineato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) Stefania Giannini, intervenuta il 27 aprile durante l’apertura degli Stati generali.
“Dal Miur arrivano circa il 73% dei fondi per la ricerca”, ma c’è bisogno – ha puntualizzato il Ministro – di un “ecosistema della ricerca avanzato”, a livello degli standard internazionali richiesti.
Il Piano nazionale della ricerca che verrà presentato da questo governo, ha annunciato Giannini, consente di assegnare priorità a quattro settori:

-1) sanità;
– 2) agrifood;
– 3) spazio;
– 4) fabbriche intelligenti.

Questo è forse l’obiettivo (condiviso) più importante, non i fondi a pioggia. Ci vogliono sia le risorse economiche che i team di ricercatori, che eventualmente possono essere riportati in Italia. Tuttavia occorre soprattutto, ha sintetizzato la titolare del Dicastero dell’Istruzione, un’“internazionalizzazione del sistema”.

Martina: un Paese forte è capace di programmazione

Più strategie e un’alleanza pubblico-privato anche a livello di ricerca. Ne ha sottolineato la centralità il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina: “Abbiamo l’occasione di sviluppare un progetto nazionale di ricerca con la sinergia pubblico-privato. Ci siamo presi la responsabilità di costruire un percorso”. L’Italia è un Paese che spinge più di altri nella direzione dell’alimentazione sana, della dieta mediterranea, degli stili di vita corretti… però questo non basta. Infatti, ha proseguito il Ministro, “un Paese forte è un Paese che programma”. “Credo che ci siano tutte le condizioni per fare un lavoro utile da qui ai prossimi anni”.

“Lo scenario del post-Expo era una pagina bianca, nel giro di qualche mese abbiamo impostato una strategia”, una “grande visione Paese”. Questa della pianificazione, ha concluso Martina, è una “questione di metodo”; non vale, quindi, solo il merito ma anche la visione d’insieme.

De Biasi: trasparenza, meno burocrazia e più dignità ai ricercatori

Regole chiare e più semplici, più tutele per i ricercatori. Un’esigenza evidenziata con forza da Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato. “Regole sì, con trasparenza, ma meno burocrazia”; infatti “non è pensabile che l’Italia perda i bandi sulla ricerca”.

Noi possiamo far diventare l’idea un prodotto. Bisogna mettere a sistema le diverse parti, mantenendo ciascuna parte la sua autonomia. “Bisogna far sì – ha concluso De Biasi – che venga riconosciuta una dignità al mondo della ricerca”.

“Appare evidente – aveva già sottolineato il Ministero della Salute – la necessità di trovare una nuova governance che veda i ricercatori protagonisti attivi e che faccia convergere le risorse disponibili in direzioni chiare e condivise”.

Il futuro della ricerca passa anche per l’università e le giovani promesse, a cui il Ministro Lorenzin ha dato spazio in chiusura dei lavori. Il governo in carica, infatti, intende migliorare lo status dei ricercatori.
Insomma, il futuro a tinte fosche della ricerca italiana sembra dissiparsi e una nuova luce si intravede all’orizzonte. Almeno se si troverà la strada per portare l’Italia all’altezza delle altre potenze industriali sul piano delle opportunità, in un’ottica sinergica di sistema che non sia preda di particolarismi e venga privilegiato, al contrario, il pubblico interesse. La ricerca scientifica può essere, in conclusione, un forte volano per la crescita di un Paese se viene integrata con le altre componenti del sistema nazionale e internazionale.

Sito di riferimento: Ministero della Salute

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