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Spese mediche non sostenibili prima paura degli italiani

Una famiglia su tre in difficoltà a causa dei costi di malattie gravi e condizioni di non autosufficienza o per perdita di reddito

6 ottobre 2010 – “La non autosufficienza e l’impossibilità di pagare le spese mediche rappresentano la prima paura degli italiani, più sentita della criminalità e della disoccupazione. A ciò si accompagna la richiesta di un welfare più protettivo, efficiente e responsabile, che dia risposte concrete a tutti i cittadini sui temi della sanità e della previdenza”. Lo sostiene il Censis in uno studio presentato il 5 ottobre 2010 a Roma, realizzato per il Forum Ania-Consumatori.

L’indagine è stata presentata da Giuseppe De Rita, presidente del Censis e vicepresidente del Forum citato, per essere poi discussa da rappresentanti del mondo istituzionale, sindacale e accademico, da esponenti del mondo delle imprese, del terzo settore e delle associazioni dei consumatori. La convinzione diffusa è che il sistema attuale sia statico e non più adeguato a rispondere alle esigenze dei cittadini.

Dallo studio è emerso, in primo luogo, il problema delle ingenti spese per il sostentamento dei familiari che si trovano in una condizione critica. Nell’ultimo anno, infatti, il 32% delle famiglie italiane ha dovuto affrontare gravi situazioni di disagio legate alla necessità di assistere persone non autosufficienti o malati terminali, oppure portatori di handicap, di affrontare situazioni di dipendenza da alcol o droghe, di sopperire all’improvvisa perdita di reddito o alla disoccupazione di un loro congiunto. Si tratta di disagi gestiti dalle famiglie in totale autonomia (59%) o con il sostegno di amici o parenti (28%), in assenza o con uno scarso apporto del sistema di welfare, che in questi casi presenta delle vere e proprie falle, venendo meno alla sua funzione tradizionalmente universalistica. Questa sensazione di solitudine si ripercuote direttamente sui timori dichiarati dai cittadini.

A generare una forte angoscia nell’animo degli italiani sono, prima di tutto, la non autosufficienza (85,7%) e l’impossibilità di sostenere le spese mediche (82,5%). La pensione e i problemi connessi con la vecchiaia, invece, non fanno dormire sonni tranquilli al 67,6% degli intervistati. Considerati questi presupposti, non stupisce che la maggior parte degli intervistati richieda un welfare più efficiente e modulato sui nuovi bisogni di protezione. Tra le azioni possibili, la maggioranza degli italiani individua l’eliminazione degli sprechi e un maggiore coinvolgimento del privato nel sistema previdenziale e sanitario, stante il ruolo prevalente e di garanzia dello Stato: per il 57,4% il terzo settore e le imprese devono avere un ruolo maggiore nella gestione e nell’erogazione dei servizi sociali.

Gli intervistati richiedono un sistema più responsabile e vicino, anche geograficamente, alle loro esigenze: infatti, il 59% del campione dichiara di volere che le amministrazioni regionali si occupino di questi servizi con sempre maggiori responsabilità. [[Basato su un’indagine condotta su un campione rappresentativo della popolazione italiana e su testimonianze di amministratori locali e rappresentanti di imprese ed enti attivi nel campo dei servizi socio-sanitari]]

Fonte principale: Censis

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