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Spegni la sigaretta, celebra la Giornata mondiale senza tabacco

Ricorre il 31 maggio con l’OMS: il fumo uccide fino alla metà dei fumatori. Raddoppia anche il rischio di cecità

tabacco-giornata_mondiale_who-2017.jpgLa nostra salute rischia seriamente di andare in fumo… se non si smette di fumare. Il 31 maggio l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e i suoi partner celebrano la Giornata mondiale senza tabacco, evidenziando i rischi per la salute associati al consumo di sigari e sigarette.

Per l’occasione si è tenuto a Roma un convegno organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, dove tra l’altro è stata ricordata l’importanza delle politiche contro il tabacco.

I numeri del fumo, la salute si “annebbia”

In Italia i fumatori sono circa il 22,3% della popolazione, pari a 11,7 milioni di persone e il fumo di tabacco rappresenta la principale causa di morte nel nostro Paese.

Nel mondo il tabacco – scrive l’OMS – “uccide ogni anno oltre 7 milioni di persone. Oltre 6 milioni di quei decessi sono l’effetto diretto del suo consumo, mentre circa 890 mila sono il risultato dell’esposizione di non fumatori al fumo passivo”. Ancora più shockante è che, prosegue, l’OMS, “il fumo uccida fino a metà dei suoi consumatori”. Infine l’Agenzia Onu ricorda che quasi l’80% su oltre un miliardo di fumatori nel mondo vive in Paesi a medio e basso reddito.

Tabagismo, prima causa di morte evitabile

fumo_causa_cecit-pacchetto_australiano-verticale-web-photospipa19627a6c93285034f4d1648666fbdeb.jpgIl tabagismo è la seconda causa di morte nel mondo e la principale causa di decesso evitabile. Tra i fattori di rischio che concorrono maggiormente alla perdita di anni vita in buona salute, un posto di primo piano spetta sicuramente al fumo, uno dei più gravi problemi di salute pubblica al mondo.

Persino respirare piccole quantità di fumo può danneggiare la salute (ossia fumare una sigaretta ogni tanto); infatti degli oltre 4.000 costituenti chimici che si sprigionano con la combustione del tabacco più di 50 sostanze sono considerate tossiche e/o cancerogene. Tra le più pericolose c’è sicuramente il catrame, le cui sostanze cancerogene vanno a depositarsi nei polmoni (riducendo le capacità respiratorie) e nelle vie aeree, oltre a essere presenti sostanze irritanti che favoriscono l’insorgere di infezioni, bronchite cronica ed enfisemi.

Un’attenzione particolare va rivolta poi alla nicotina che, oltre ad essere tossica, induce dipendenza. Quindi se sei un fumatore contatta subito il Numero Verde antifumo 800 554 088 (lun.-ven., 10-16).

L’abitudine al fumo di tabacco incide negativamente sulla salute aumentando il rischio di malattie respiratorie, cardiovascolari e oncologiche, oltre a generare un effetto negativo sul sistema riproduttivo riducendo la fertilità nell’uomo e nella donna.

Il fumo aumenta anche il rischio di cecità

Per quanto riguarda la vista, è ormai ampiamente dimostrato che fumare tabacco aumenta la probabilità di essere colpiti da degenerazione maculare legata all’età (AMD) e da cataratta. Si stima che all’incirca il rischio di cecità sia doppio nei fumatori (approfondisci).
Oltre a smettere di fumare, affinché la vista non si “annebbi” troppo presto è importante praticare regolarmente un’attività sportiva o, comunque, camminare almeno mezz’ora al giorno. Infine l’alimentazione dev’essere varia e ricca (soprattutto di verdure e possibilmente di pesce). Per inciso bisogna proteggersi opportunamente anche dai raggi solari utilizzando occhiali scuri dotati di filtri a norma di legge negli ambienti particolarmente assolati e nei luoghi dove c’è molto riverbero (ad esempio al mare e sulla neve).

Il nuovo Rapporto sul fumo in Italia

Diminuiscono i maschi tabagisti in Italia secondo il nuovo Rapporto sul fumo dell’Istituto Superiore di Sanità: nel 2017 sono 6 milioni rispetto ai 6,9 milioni del 2016, ma aumentano le donne (da 4,6 milioni dello scorso anno salgono a 5,7 milioni di quest’anno).

sigarette_in_digitale-fonte_freedigitalphotos.net-photospip7d4defc5de6c05efbefca886fa47194a.jpgGli ex fumatori sono il 12,6% e i non fumatori il 65,1%. Si fuma di più tra i 25 e i 44 anni (il 28%); invece tra i 15 e i 24 anni fuma il 16,2%. Si fumano in media 13,6 sigarette al giorno!

L’età in cui si accende la prima bionda è di 17,6 anni per i ragazzi e 18,8 per le ragazze. Il 12,2% dei fumatori ha iniziato a fumare prima dei 15 anni.

La sigaretta elettronica

Scrive l’Istituto Superiore di Sanità:

La maggior parte (83,4%) degli utilizzatori è rappresentata da fumatori, quindi da consumatori duali che fumano le sigarette tradizionali e contemporaneamente l’e-cig, in particolare quelle contenenti nicotina. Chi ha usato la sigaretta elettronica dichiara di aver diminuito il consumo di sigarette tradizionali leggermente (il 13,8%) o drasticamente (l’11,9%), mentre il 34,9% non ha cambiato abitudine tabagica, il 10,4 ha iniziato a fumare e l’11,7% ha ripreso il consumo delle sigarette tradizionali. Soltanto nel 14,4% dei casi l’e-cig ha portato a smettere definitivamente. In totale gli utilizzatori (abituali e occasionali) sono circa 1,3 milioni, in lieve calo rispetto allo scorso anno. Il 64% dei consumatori di e-cig utilizza quelle contenenti nicotina. Le ricariche sono acquistate nei negozi specializzati (54,7%) o dal tabaccaio (37,3%).

Fumo passivo

fumo_campagna_contro_tabacco-who-fumo_passivo-particolare_locandina.jpgSecondo l’indagine dell’ISS quasi il 90% degli italiani e l’86% dei fumatori è d’accordo con il divieto di fumare in macchina in presenza di minori e donne in gravidanza. Soltanto il 5,3% dei fumatori ha dichiarato di aver fumato in auto con bambini o donne incinte.

La legge del 2003 ha di certo modificato il comportamento dei fumatori e dei padroni di casa nei confronti di chi si accende una sigaretta. Mentre nel 2006, infatti, il 43,1% degli intervistati dichiarava di consentire ai propri ospiti di fumare in casa, nel 2017 soltanto il 12,4 lo consente. Inoltre il 10% dei non fumatori dichiara di essere stato esposto al fumo passivo in auto.

Link utile: Ministero della Salute

Fonti principali: Istituto Superiore di Sanità, OMS

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