fbpx Skip to content
SPECIALE VISTA E SVILUPPO NEUROLOGICO NEL BAMBINO

SPECIALE “VISTA E SVILUPPO NEUROLOGICO NEL BAMBINO”

Le malattie della vista non riguardano solo l’occhio. Il cervello sviluppa la capacità di processare informazioni sempre più complesse sulla base delle informazioni visive e tattili che riceve. Difficoltà della visione possono, perciò, essere l’origine di disturbi dell’apprendimento. Queste condizioni sono in aumento e sono molto frequenti in particolare nei bambini prematuri. Come affrontarle? Come diagnosticarle? Come supportare i genitori ad aiutare figli e figlie? Su IAPB.it inizia un ciclo di approfondimenti del Polo Nazionale Ipovisione

Intervista a Daniela Ricci, Neuropsichiatra Infantile Polo Nazionale Ipovisione e Riabilitazione visiva.

C’è un mito da sfatare, anche tra gli oculisti: le malattie della vista non sono un problema esclusivo dell’occhio. Hanno ripercussioni sulle capacità cognitive, motorie e di relazione, in particolare dei bambini, perché determinano il modo in cui il cervello impara a conoscere e interpretare: spazio, sensazioni e informazioni.

“Il cervello cresce e si sviluppa grazie alle informazioni che ottiene attraverso i sensi e quelle della vista sono tra le più importanti. – spiega Daniela Ricci, Neuropsichiatra Infantile presso il Polo Nazionale Ipovisione e Riabilitazione Visiva-. Non si tratta solo di funzioni fisiologiche. Da quando nuove tecniche di risonanza magnetica permettono di studiare la connettività cerebrale, si studia l’effetto della prematurità e del deficit sensoriale sullo sviluppo dei collegamenti tra le diverse aree cerebrali, ovvero di quel meccanismo che ci permette la decodifica rapida delle informazioni e programmare azioni o compiti complessi. Nel cervello di persone vedenti o di persone cieche fin dalla nascita, la trama della connettività è forte, perché gli input ottenuti dalla vista o dagli altri sensi che l’hanno ‘sostituita’ mantengono un flusso costante di informazioni. Ma nel cervello che abbia subito un danno, congenito o genetico, queste informazioni non arrivano o non vengono processate in modo corretto e questo riduce lo sviluppo della connettività cerebrale.

Cosa succede quando il corretto scambio di informazioni tra cervello e sensi viene compromesso?

Vi è un rallentamento nell’assorbimento e processazione delle informazioni. Non tutti i deficit cerebrali comportano deficit visivi. Ma tutti i deficit visivi (gravi) influenzano lo sviluppo neurologico e psicomotorio del bambino perché riducono la quantità e qualità delle informazioni sulla base delle quali il cervello cresce e costruisce la propria esperienza. Il deficit visivo può derivare da ‘lesioni’ o malformazioni del cervello, di origine genetica o meno. Altri derivano da patologie oculari.

Da qui partiamo per capire la relazione tra vista e sviluppo neurologico trattando di:

  • nistagmo e strabismo;
  • disturbi dell’apprendimento
  • sindromi
  • lesioni cerebrali

1 – NISTAGMO E STRABISMO

Il nistagmo è un’oscillazione ritmica e involontaria degli occhi. Il nistagmo fisiologico è dovuto alla modalità di visione degli oggetti in movimento: tipico è l’esempio di una persona seduta su un treno in corsa che guarda fuori dal finestrino e osserva, uno alla volta, i pali o gli alberi che si susseguono lungo i binari (a una fase di movimento più lento ne segue un’altra di movimento rapido o “di scossa”). Nel nistagmo patologico, invece, ogni ciclo di movimento tende ad allontanare l’oggetto che si vuole osservare dalla fovea (centro retinico), facendolo uscire dalla zona centrale del campo visivo, causando così seri problemi alla visione stessa.

Lo strabismo è la condizione in cui gli assi visivi dei due occhi non sono allineati, Se insorge in età adulta può comportare la visione doppia (diplopia). Quando, invece, è presente già alla nascita o compare nei primi anni, il cervello del bambino esclude spontaneamente le immagini provenienti dall’occhio deviato: l’occhio non utilizzato viene automaticamente disattivato per evitare lo sdoppiamento dell’immagine. È importante, in questi casi, una diagnosi precoce, altrimenti la deviazione oculare potrebbe determinare un’importante riduzione permanente dell’acuità visiva del bambino (ambliopia).

Quale ‘è la relazione tra nistagmo, strabismo e deficit di sviluppo neurologico?

Nessuna delle due condizioni, se isolate, comporta necessariamente un rischio per lo sviluppo neurologico. Bambini con nistagmo congenito benigno o con strabismo isolato presentano uno sviluppo psicomotorio e cognitivo adeguato. È quando si presentano assieme che rappresentano un rischio per lo sviluppo cognitivo, perché in genere sono associati a patologie oculari o cerebrali o a entrambe, come nel caso dei bambini nati prematuri che sviluppano la retinopatia del pretermine.

In che modo?

Ad essere minacciata non è tanto l’acuità visiva, quanto la capacità di osservare e percepire gli oggetti, le persone e lo spazio. I bambini che presentano contemporaneamente nistagmo e strabismo grave non sviluppano la visione binoculare e, quindi, non percepiscono facilmente dalla vista informazioni su distanza, profondità e tridimensionalità. Tutti i movimenti oculari – saccadi (rapidi a salto), di arrampicamento (più ampi nell’inseguimento rapido) e di inseguimento lento (fluidi) – vengono compromessi. I bambini hanno difficoltà a valutare le distanze e appaiono impacciati e scoordinati, anche nel prendere in mano gli oggetti, di cui non percepiscono bene il volume. La difficoltà visiva determina anche scarsa capacità di identificare i particolari delle immagini e degli oggetti, con difficoltà a  distinguere oggetti gli uni dagli altri e, ovviamente, a disegnarli e a interagire con essi. A questo si aggiunge un ulteriore problema: il cervello tende a preferire comunque la vista ad altri sensi. Il risultato è che, mentre un bambino che non ci vede allunga le mani per sopperire, quindi usa altri sensi, un altro bambino o bambina che soffra di una vista distorta spesso utilizza comunque questo senso per formarsi un’idea del mondo. In pratica, perciò, il cervello si basa su informazioni visive sbagliate e fuorvianti.

Cosa si può fare per curare questi bambini?

Non esiste un protocollo standard, benché uno dei nostri obiettivi al Polo Nazionale Ipovisione sia crearne uno. Esistono, però, diverse ed efficaci forme sia di esercizio che di test, per valutare l’impatto della disfunzione visiva sull’apprendimento e per correggerla. In molti casi, il bambino, con il giusto supporto, può sviluppare delle strategie che gli permettono di ottenere le giuste informazioni e, quindi, di costruire un buon archivio di esperienze che gli permette di fare tutte le attività tipiche dell’età. La diagnosi precoce, come in pressocché ogni aspetto dell’Oftalmologia, determina l’efficacia della riabilitazione.

Com’è la situazione in Italia?

In Italia, purtroppo, la consapevolezza della relazione tra disturbi visivi e sviluppo neurologico non è diffusa. Troppe volte arrivano bambini e bambine di due-tre anni, con patologie oculari, che non sono mai stati visitati prima da un neurologo. Questo perché c’è la tendenza a pensare, ancora, che un problema visivo rimanga confinato all’occhio. Non è così. Un problema visivo, soprattutto tra i bambini, può diventare un problema neurologico che ha bisogno di riabilitazione ed esercizi speciali per non interferire con la crescita e l’apprendimento.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn