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Sistema sanitario, l’Italia spende meno

Sistema sanitario, l’Italia spende meno Nuovo rapporto Ocse denuncia: indietro negli investimenti in prevenzione e nell’assistenza agli anziani 5 novembre 2015 – L’Italia è indietro nell’assistenza agli anziani e nella prevenzione sul piano della spesa. Eppure occorrono entrambi. Lo evidenzia l’Ocse in un nuovo Rapporto ( Health at Glance ), in cui tuttavia sottolinea come gli standard sanitari del nostro Paese siano al di sopra della media delle nazioni sviluppate. Però ricorda che da noi la spesa sanitaria pro-capite è diminuita in termini reali a partire dal 2011. Insomma, il mondo della sanità si è ritrovato a stringere la cinghia e gli italiani a esborsare di più per pagare ticket e prestazioni sanitarie. L’Italia, globalmente parlando, ha un buon sistema sanitario (rientra nel gruppo di testa degli Stati Ocse). Però, anche se è un Paese di anziani, l’aspettativa di vita in buona salute a 65 anni è al di sotto della media europea. Ai primi posti, invece, si trovano una serie di nazioni nordiche: Islanda, Norvegia, Svezia, Danimarca e Irlanda. Eppure viviamo a lungo: l’aspettativa di vita alla nascita è quasi di 83 anni. Il numero di posti letto nel Belpaese (3,4 per mille nel 2013) è decisamente inferiore alla media Ocse (4,8 per mille tra una quarantina di Stati). Al top della classifica si trova il Giappone (13,3 posti letto per mille), mentre la maglia nera va all’India (0,5 per mille). “La spesa sanitaria pro capite in Italia – scrive l’Ocse – è diminuita del 3,5% in termini reali nel 2013, il terzo anno consecutivo che vede una restrizione della spesa, e dati preliminari per il 2014 indicano un’ulteriore riduzione dello 0,4%”. “Una serie di misure di contenimento della spesa sanitaria sono state implementate in Italia a seguito della crisi economica. Alcune misure – osserva l’Ocse – hanno interessato la spesa farmaceutica. La quota di mercato rappresentata da farmaci generici è quadruplicata dagli anni 2000, contribuendo alla riduzione dei prezzi e della spesa. Tuttavia, la penetrazione dei farmaci generici resta relativamente bassa in Italia, rappresentando il 19% del mercato farmaceutico totale in volume nel 2013”. Come a dire che non si fa ancora sufficientemente uso dei farmaci equivalenti, che consentono di risparmiare in modo considerevole.

Leggi anche: “ Sanità, si spende meno e c’è chi rinuncia alle cure

Link utile: Rapporto Ocse sulla sanità

Fonte di riferimento: Ocse

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