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Presentazione del Rapporto Ceis-Sanità 2009 (Palazzo Marino, Camera dei Deputati, 15 giugno 2010)

Servizio sanitario italiano promosso con riserva

Presentazione del Rapporto Ceis-Sanità 2009 (Palazzo Marino, Camera dei Deputati, 15 giugno 2010)Servizio sanitario italiano promosso con riserva La spesa sanitaria italiana è inferiore del 17,6% a quella dell’Ue a 15 15 giugno 2010 – Una promozione, ma non a pieni voti, per il Servizio sanitario nazionale. A questa conclusione si è pervenuti questa mattina in occasione della presentazione a Roma, presso la Camera dei Deputati (Palazzo Marini), del Rapporto Sanità 2009 Ceis, la Fondazione Economia Tor Vergata. Sulla base di una serie di numeri e di indicatori è stata manifestata, nel complesso, soddisfazione sullo stato della Sanità pubblica italiana. Eppure non sono mancate le note dolenti. Non solo si è registrata preoccupazione riguardo all’invecchiamento della popolazione, ma è stata anche lamentata una mancanza di integrazione tra la dimensione socio-assistenziale e la sanità in senso stretto, sottolineando le carenze territoriali (ancora oggi si fa affidamento soprattutto sugli ospedali e non trovano spazio Prof. F. Spandonaroadeguato altre soluzioni assistenziali). Un problema notevole sono – è stato sostenuto – le iniquità: lo scorso anno cinque milioni di italiani hanno avuto problemi nell’accesso alle cure per motivi economici. Dunque andrebbe trovato un punto d’equilibrio tra efficienza ed equità. “La spesa sanitaria italiana – si legge in apertura della sintesi del Rapporto curato, tra l’altro, dal prof. F. Spandonaro ­– può considerarsi ormai sotto controllo [nel 2008 si è attestata al 6,78% del Pil]. Forse anche troppo […] considerando che la nostra spesa pro-capite è oggi del 17,6% inferiore a quella dell’Ue a 15”; ma persiste “la carenza di tutela per la non autosufficienza”. Quest’ultimo aspetto critico è stato riconosciuto anche dal Ministro della Salute Ferruccio Fazio, il quale tuttavia nel suo intervento ha manifestatoIl Ministro della Salute Ferruccio Fazio soddisfazione: “oggi la sanità si presenta con le carte in regola”, poiché “il Sistema sanitario nazionale regge, costa relativamente poco, è uno dei migliori al mondo e – tutto sommato – piace ai cittadini”. Tra l’altro il titolare del Dicastero ha elogiato scelte strategiche contenute nel Patto della Salute (approvato lo scorso 3 dicembre in seguito a un accordo tra Stato e Regioni), come il potenziamento e il miglioramento della prevenzione e l’importanza attribuita alle cure primarie. Eppure esistono diverse “criticità“ che il Ministro Fazio non ha mancato di ricordare, tra cui i conti non a posto di alcune regioni (come Lazio, Campania, Calabria e Sicilia), l’inadeguatezza della rete tra ospedali e territorio e l’inappropriatezza delle prestazioni. Insomma, gli squilibri esistenti tra regioni più virtuose e regioni meno virtuose non sono le uniche difficoltà oggi esistenti. L’ex Ministro della Sanità Livia Turco, dal canto suo si è dichiarata anch’essa soddisfatta del sistema universalistico, ma ha sottolineato che c’è la necessità di una “partecipazione dei cittadini e dei comuni alla Sen. Ignazio Marino (a sinistra) e l'On. Livia Turco (a destra)programmazione sanitaria”, così come introdotto grazie agli emendamenti dell’opposizione. Però “bisogna stare attenti a non confondere la lotta agli sprechi col razionamento”. Infine, ha rinnovato l’invito a “collegare le politiche della salute in termini di inclusione sociale”. Infatti il problema è che “la politica territoriale – ha osservato ancora la Turco – ha bisogno di una rete pubblica di servizi sociali”. Ancor più critico il Senatore Ignazio Marino, Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale, il quale ha detto “no ai tagli indiscriminati”, sostenendo che l’attuale esecutivo sta ingiustamente privilegiando la sanità privata a scapito di quella pubblica. Marino ha, quindi, avanzato tre proposte: 1) investire sull’ammodernamento tecnologico e strutturale degli ospedali pubblici (“il 60% di essi ha più di 60 anni; ma in questa finanziaria non c’è un euro per l’ammodernamento”); 2) approvare un emendamento per mettere in un’unica rete telematica medici e farmacie per quanto riguarda prescrizioni e analisi; 3) cambiare la politica di nomina dei direttori delle strutture sanitarie e delle Asl (ci vorrebbe un albo nazionale di professionisti da cui attingere). Insomma, una sanità per tutti e di tutti, in cui la meritocrazia, il rispetto per la persona e l’efficienza dovrebbero avere un posto di primo piano.

Ultima modifica: 3 luglio 2014

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