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Una cellule amacrina VG3 (verde, in alto) viene associata a un'altra cellula sensibile al movimento (verde, in basso) [foto del Dr. Joshua R. Sanes]

Sensori di movimento nei nostri occhi

Una cellule amacrina VG3 (verde, in alto) viene associata a un'altra cellula sensibile al movimento (verde, in basso) [foto del Dr. Joshua R. Sanes]Sensori di movimento nei nostri occhi Nella retina ci sono le cellule ganglionari che svolgono questo compito e sono essenziali per la vita quotidiana 8 settembre 2015 – Scrutare a fondo i meccanismi molecolari che regolano i circuiti retinici aiuta a comprendere cosa potrebbe non funzionare a livello visivo. I ricercatori mirano, infatti, a trovare nuove terapie contro la cecità. Questa disabilità visiva può colpire, ad esempio, quando i segnali bioelettrici non viaggiano più correttamente dalla retina alla corteccia cerebrale. Un’équipe di studiosi americani che fa capo ai National Institutes of Health statunitensi ha cercato di capire meglio come sia organizzata la rete di neuroni retinici nelle sue complesse interazioni. Le cellule ganglionari retiniche selezionano le informazioni più rilevanti da inviare al cervello: ve ne sono di 30 tipi diversi, ma in particolare ce n’è uno sensibile al movimento che si collega alle cellule amacrine (interneuroni chiamati VG3). Questo consente all’essere umano – al pari di altri mammiferi – di focalizzare l’attenzione, ad esempio, su piccolo oggetto che si sposta rispetto a uno sfondo. Dunque non è solo questione di bastoncelli (i fotorecettori sensibili al movimento) e di coni (che consentono di discriminare forme e colori), ma la percezione di ciò che si muove coinvolge anche strati più profondi della retina. I ricercatori americani sono riusciti a inibire la percezione del movimento nelle cavie manipolandole geneticamente. Hanno quindi sottoposto le loro retine a flash successivi e hanno scoperto che, in media, i sensori del movimento rispondevano un po’ più tardi rispetto ad altri tipi di cellule ganglionari; questo avviene perché i segnali elettrici seguono un percorso neurale un po’ più lungo. Inoltre i ricercatori hanno anche eliminato geneticamente le cellule amacrine VG3 e non si è notata alcuna reazione al movimento di piccoli oggetti nei topolini. “I neuroni del cervello funzionano come quelli della retina e gli scienziati stanno cominciando a capire come fare precise connessioni per formare i circuiti che controllano i pensieri, i sensi e le emozioni”, ha concluso Edmund Talley, direttore del programma condotto presso gli Istituti Nazionali di Sanità americani.

Riferimento bibliografico: A. Krishnaswamy et al., “Sidekick2 directs formation of a retinal circuit that detects differential motion“, Nature, August 2015. doi:10.1038/nature14682

Fonti: Nih/National Eye Institute (Usa), Nature

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