Quasi 4 su 10 ne sono affetti. Per Osservasalute si sono acuiti i divari sociali anche tra Nord e Sud
Il Belpaese sente il “peso” della malattie croniche: colpiscono quasi quattro italiani su dieci (circa 23,6 milioni di persone), mettendo a dura prova la sostenibilità del nostro Sistema sanitario nazionale (SSN).
È quanto si legge nel nuovo Rapporto Osservasalute presentato il 10 aprile 2017 al Policlinico A. Gemelli di Roma, a cui ha partecipato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Nello studio emerge un aumento del divario Nord-Sud anche sul piano della salute, con riflessi evidenti sull’aspettativa di vita. Il Meridione dispone di minori risorse economiche, è gravato dalla scarsa disponibilità di servizi sanitari e ha politiche di prevenzione spesso non adeguate alle reali necessità della popolazione.
Questa disparità di accesso all’assistenza si riflette in modo sempre più evidente sulla salute delle persone: nel Mezzogiorno è molto più alta la mortalità prematura sotto i 70 anni, indicativa – secondo l’OMS – dell’efficacia dei servizi sanitari.
Molte medicine per più patologie croniche
Ai malati cronici sono destinate gran parte delle ricette per farmaci ed essi affollano più spesso le sale d’attesa degli studi dei medici di famiglia. Analizzando le principali patologie croniche [ipertensione arteriosa, ictus ischemico, malattie ischemiche del cuore, scompenso cardiaco congestizio, diabete mellito tipo 2, BPCO, asma bronchiale, osteoartrosi, disturbi tiroidei (con l’eccezione dei tumori alla tiroide)]] emerge che, nel 2015, il 23,7% dei pazienti adulti[[in carico a medicina generale]] soffriva contemporaneamente due o più tra le principali patologie croniche. Per inciso quelle sistemiche che creano i maggiori problemi a livello oculare sono l’ipertensione (vedi [retinopatia ipertensiva) e il diabete (vedi retinopatia diabetica, prima causa di cecità in età lavorativa).
Si consideri che il 72,1% delle persone con almeno due patologie croniche concomitanti segue più terapie farmacologiche (con 5 o più farmaci differenti). Secondo l’Istat, tra gli anziani dai 75 anni in su almeno una persone su due soffre di artrosi/artrite o ipertensione, il 33,6% d’osteoporosi, il 19,4% di diabete e il 16,4% di depressione o ansia cronica [[i problemi psichici sono tuttavia in aumento anche tra i giovani]].
Si accentuano gli squilibri
Il Rapporto Osservasalute 2016 evidenzia importanti e crescenti divari territoriali, in particolare tra Nord e Sud. Può sembrare un’anomalia, ma nel Meridione ci si alimenta mediamente in modo meno sano, più abbondante e si fuma di più soprattutto nelle periferie urbane; tuttavia l’abuso di alcol è più comune al Settentrione (in particolare nel Nord Est).
La carenza di risorse economiche, comunque, non basta a spiegare le differenze tra Meridione, Settentrione e Isole: molte regioni del Nord hanno migliorato la loro performance sanitaria senza aumentare la spesa. Per contro, alcune Regioni del Mezzogiorno, alle quali si aggiunge il Lazio [[tuttavia questa Regione non è più commissariata perché ha migliorato i conti della sanità, ndr]], hanno peggiorato la loro performance pur aumentando le risorse disponibili (rispetto al dato nazionale).
I dati di Osservasalute in sintesi
Di seguito alcuni dati e tendenze contenuti nel Rapporto Osservasalute 2016 sulla popolazione italiana:
- diminuisce il numero degli abitanti del nostro Paese e oltre un italiano su cinque ha più di 65 anni [[secondo l’Istat circa il 22%, ndr]];
- si riducono gli ultracentenari;
- la mortalità si è ridotta in 11 anni: sono cambiate le cause dei decessi (meno morti per problemi di cuore);
- si muore di più per malattie psichiche e infettive;
- stabile la quota di italiani sovrappeso e obesi: complessivamente il 45,1% dei soggetti di età dai 18 anni in su è in eccesso ponderale;
- alcolici: diminuiscono gli astemi e gli astinenti;
- scende la mortalità riconducibile ai servizi sanitari, ma ancora troppe disparità tra Nord e Sud;
- la spesa privata dei cittadini per la salute è in aumento, specialmente al Sud. Tutte le regioni del Meridione e le Isole incrementano la spesa sanitaria privata con valori che oscillano fra +1,74% annui in Campania e +3,53% annui in Basilicata. Le regioni del Centro-Nord, invece, presentano incrementi mediamente più contenuti.
Il Rapporto, pubblicato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane [[ha sede presso l’Università Cattolica di Roma, ndr]], è stato coordinato dal Professor Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha commentato:
Complici i non sempre perfetti stili di vita e soprattutto la disparità di accesso ai servizi dei cittadini delle diverse regioni le malattie croniche colpiscono gli italiani a un’età sempre più precoce (determinati da fattori di rischio come il sovrappeso o la sedentarietà che riguardano sempre più giovani), il che significa che gli italiani dovranno convivere con queste patologie per un numero di anni sempre maggiore, con conseguente abbassamento della qualità della vita e costi sempre più insostenibili per il SSN.
Fonti principali: Policlinico A. Gemelli (Uff. stampa), Osservasalute