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Se la vista va in fumo

Particolarmente vulnerabile è la zona centrale della retina agli “insulti” del fumo

“Il fumo aumenta il rischio di cecità”: è questa una delle avvertenze che si legge sui pacchetti di sigarette, che anche in Italia sono ora corredate da immagini (alcune delle quali volutamente shoccanti). Nel nostro Paese ha trovato, infatti, applicazione una direttiva dell’Unione europea (dell’aprile 2014) in cui si elencano una serie di nuove frasi che i produttori di sigarette saranno obbligati a utilizzare entro marzo 2018. Questa direttiva europea segna una vittoria a tutela della salute oculare e delle organizzazioni – come l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus – che sostengono la necessità di considerare il fumo di tabacco tra i fattori di rischio di alcune malattie oculari che causano cecità.

Più rischio di cancro, per il cuore e per i figli

Pacchetto di sigarette australiano con avvertenza grafica: Fumando si può “bruciare” la propria salute: il pericolo di una sua compromissione aumenta notevolmente. Si va da un aumento delle possibilità di essere colpiti da tumori (in particolare ai polmoni, alla bocca e alla gola) a un maggiore rischio di attacchi cardiaci e ictus, fino a danni a denti e gengive. Senza citare la riduzione della fertilità e il rischio d’impotenza. Inoltre, secondo le avvertenze sui pacchetti, “il fumo può uccidere il bimbo nel grembo materno”, “può nuocere ai tuoi figli, alla tua famiglia e ai tuoi amici” e “i figli dei fumatori hanno più probabilità di cominciare a fumare”.

Più fumo, maggiore rischio per la macula

Il rischio di cecità nei fumatori all’incirca raddoppia. In particolare, fumando cresce il rischio di essere colpiti da una malattia degenerativa che colpisce il centro della retina (l’ AMD ), che causa la perdita della visione centrale, e di manifestarla in forma più grave. Uno studio pubblicato sulla rivista Ophthalmology ha preso in considerazione 4439 partecipanti di uno studio precedente: ogni lustro sono state scattate foto della retina per 20 anni. In questo periodo lo stadio precoce dell’AMD ha colpito – tra persone con un’età media di 70 anni – un fumatore su quattro (24,4%) mentre lo stadio avanzato si è riscontrato in un fumatore su 22 (il 4,5%); si tratta di un’incidenza indicativamente doppia rispetto a chi non fuma.

Generalmente la degenerazione maculare legata all’età colpisce dopo i 55 anni e può compromettere attività quotidiane quali il riconoscimento dei volti, la lettura e la guida. “Il fumo – concludono i ricercatori americani – e il maggior numero di anni in cui si è fumato aumentano il rischio di progressione dell’AMD. Ciò ha importanti implicazioni a livello di salute perché il fumo è un comportamento modificabile”: si può smettere. Infine, va sottolineato come i fumatori possano sviluppare prima una cataratta e corrano maggiori rischi di contrarre uveiti.

Campagne contro il fumo

Già il 30 maggio del 2006 la IAPB Italia onlus aveva avviato, assieme ad altre organizzazioni di tutta Europa, una “Campagna sul fumo e sulla cecità” ( Smoking and blindness campaign ) nella città di Bruxelles, chiedendo alla Commissione europea di inserire tra le avvertenze la dicitura “il fumo rende ciechi”. Dal canto suo l’Organizzazione mondiale della sanità – secondo cui “il fumo uccide fino alla metà dei fumatori” – propone periodicamente campagne contro il consumo di tabacco. Smetti di fumare, occhio alla salute!

Contatto utile: 800 55 40 88 (lun.-ven., orario 10-16), numero verde contro il fumo dell’Istituto Superiore di Sanità

Fonti principali: Ophthalmology, Gazzetta ufficiale Ue, Sole 24 Ore Sanità

Pagina pubblicata il 30 ottobre 2014.

Ultima modifica: 10 gennaio 2017

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