3 maggio 2016 – Chi soffre di degenerazione maculare legata all’età (AMD), nella sua forma umida ovvero essudativa, può perdere rapidamente la visione centrale. Inizialmente le linee rette appaiono distorte al centro del campo visivo. Poi si può finire col non riconoscere più i volti, non si può più guidare né tantomeno leggere. Insomma, la vita quotidiana può diventare molto difficile e si ha, quindi, bisogno di molto sostegno (ad esempio di riabilitazione visiva e supporto psicologico).
Tuttavia da diverso tempo sono disponibili iniezioni intravitreali per rallentare o bloccare l’evoluzione della malattia retinica (anti-VEGF contro la proliferazione dei vasi retinici anomali) per un periodo più o meno lungo. Al momento non esistono altri trattamenti efficaci contro l’AMD umida.
Uno studio condotto negli Stati Uniti e finanziato dal National Eye Institute – pubblicato online su Ophthalmology – è stato condotto su 647 persone (77,5 anni di media), che sono state visitate mediamente a distanza di due anni e di circa un lustro dall’inizio della terapia, essendo state casualmente assegnate alla somministrazione di una delle due molecole anti-VEGF iniettate ciclicamente nel bulbo oculare (ranibizumab o bevacizumab).
“I miglioramenti visivi ottenuti durante i primi 2 anni non sono stati mantenuti dopo 5 anni. Tuttavia [dopo un lustro], il 50% degli occhi aveva almeno un’acuità visiva di 5/10, confermando – scrivono i ricercatori nelle loro conclusioni – che la terapia a base di fattore di crescita vascolare endoteliale è un grande progresso”.
Fonte: Ophthalmology