Salute, oltre un terzo dei cittadini ricorre al fai-da-te Internet è la prima
Fonte d’informazione quando ci si vuole curare, ma non può sostituire il consulto medico reale 15 aprile 2014 – Quando gli italiani non sono in salute guardano soprattutto a internet come
Fonte d’informazione. Oltre un terzo dei cittadini ricorre sempre di più spesso alla medicina fai-da-te. Lo sostiene il Codacons, che ha condotto uno studio sull’argomento intervistando un campione di circa 2.500 persone nell’ambito del progetto Sentinelle della Salute. Il web impera “A fronte di un 52,45% di italiani che individua nel medico (inteso come medico di famiglia, ospedali, pronto soccorso e strutture sanitarie private) il soggetto cui fare riferimento in tale circostanza (percentuale che sale al 75,4% nella fascia d’età oltre i 61 anni), vi è una fetta consistente e crescente di popolazione, pari al 35,8% del totale, che ricorre al fai-da-te, rappresentato in primis dal web”. “Tale percentuale – scrive ancora il Codacons – arriva a sfiorare il 50% nella fascia d’età 18-30 anni. L’11,6% dei cittadini si rivolge invece ad un farmacista”. Complessivamente l’informazione sanitaria digitale è sempre più in salute; tuttavia è importante che le informazioni siano raccolte in siti attendibili, possibilmente ufficiali o certificati. Crisi economica e liste d’attesa incentivano l’automedicazione “Alla base del fatto che il 35,8% dei cittadini cerca nel web la soluzione a disturbi fisici, vi sono due fattori essenziali: la crisi economica e le liste d’attesa nella sanità pubblica – osserva il Codacons –. Se la crisi rende impossibile il ricorso a visite specialistiche i cui costi non risultano più abbordabili per la maggioranza della popolazione italiana, le liste d’attesa infinite sono forse anche peggiori perché allontanano l’utente medio dalla sanità pubblica, rendendo difficoltoso e snervante l’accesso ad ospedali e strutture sanitarie per le quali i cittadini pagano le tasse. Basti pensare che, solo nel 2012, l’11% dei cittadini italiani ha rinunciato alle cure mediche, con il record del 23% per quelle odontoiatriche”. realizzato in collaborazione con Agi – Agenzia Giornalistica Italia
Fonte principale: Codacons