Ringiovanire le cellule per curare il
corpo U n’_quipe di
ricercatori di Telethon è riuscita a ‘riprogrammaré le cellule adulte
rendendole simili alle staminali
7 novembre 2008 – Cellule più giovani per
rigenerare l’organismo. In Italia si è riusciti a ‘ringiovaniré cellule adulte
‘riprogrammando’ il loro codice genetico grazie a una proteina, procedendo a
una fusione tra cellule adulte e quelle di un embrione. ù stato infatti scoperto
un nuovo meccanismo che consente di rendere le cellule somatiche simili alle staminali,
facendole quindi ‘ringiovaniré: la chiave di volta sta in una proteina chiamata Wnt,
già nota per essere coinvolta in
numerose fasi dello sviluppo dei vertebrati e degli invertebrati. In
questo modo le cellule ringiovanite potranno essere utilizzate per riparare diversi
tessuti dell’organismo (invece che solamente uno).
Il merito di questa straordinaria scoperta – pubblicata on-line sulla rivista Cell – spetta a un’_quipe di ricercatori dell’Istituto di Genetica e Medicina Tigem di Napoli.
“I ricercatori – spiega Telethon in una nota – hanno preso
diversi tipi di cellule adulte (fibroblasti, cellule del timo e precursori di
cellule neuronali) e le hanno fuse con cellule staminali embrionali in presenza
della proteina Wnt. Dopo questa ‘manipolazioné, le cellule adulte hanno perso
le loro caratteristiche tipiche e ne hanno invece acquisite altre, simili a
quelle delle cellule staminali. Si sono cioè trasformate in cellule poco
differenziate (pluripotenti) e in grado di dare origine a cellule di tessuti
diversi da quello di partenza”.
La vera novità, però, sta nella grande capacità della Wnt di
promuovere questa sorta di ‘riprogrammazioné dei nuclei delle cellule,
in cui è contenuto il codice genetico: a conferma di questo, i ricercatori
hanno verificato che, somministrando la proteina per un tempo limitato, un’alta
percentuale di cellule adulte si trasformava in cellule molto simili alle staminali.
La scoperta dischiude prospettive molto interessanti in
tutti i campi della medicina rigenerativa, ovvero nella terapia di tutte quelle
patologie in cui si presenta una degenerazione progressiva dei tessuti: dalla malattia
di Alzheimer al morbo di Parkinson, passando per le cardiopatie… Visto che
anche la retina è un tessuto nervoso, in prospettiva questa potrebbe essere una
strada interessante per curare una serie di patologie che oggi la danneggiano
irreversibilmente. Le staminali, già impiegate da alcuni ricercatori per
rigenerare la cornea (che più spesso viene curata o trapiantata), sono un po’
il ‘Sacro Graal’ dell’oculistica: se un giorno potranno essere impiegate per
rigenerare la retina si potrà ridare la vista a chi l’ha già perduta (ad
esempio a causa dell’Amd, che provoca cecità centrale). Questo metodo potrebbe infatti rappresentare una valida
alternativa a quello attualmente più condiviso dalla comunità scientifica
internazionale. Alla fine del 2007, infatti, due gruppi di ricerca – uno
giapponese e l’altro americano – avevano già annunciato praticamente in
contemporanea di essere riusciti a ottenere cellule staminali a partire da
cellule della pelle.
Per farlo si è fatto ricorso a una sorta di cavallo di
Troia: grazie a virus resi innocui (come quello del raffreddore) sono stati
introdotti nelle cellule alcuni geni tipici della fase embrionale del nostro
sviluppo, capaci quindi di ‘far tornare indietro nel tempo’ le cellule adulte allo
stadio indifferenziato che caratterizza le cellule staminali. Va però detto che
il rischio è, ancora oggi, quello di promuovere una crescita incontrollata
delle cellule, generando così dei tumori (in questo caso il rimedio sarebbe peggiore
del danno).
“Il passo successivo è – annunciano i ricercatori di
Telethon – studiare i meccanismi attraverso cui Wnt promuove la
riprogrammazione cellulare e identificare i geni che sono attivati a seguito
dell’azione di Wnt. Questo permetterà di individuare i meccanismi di base della
riprogrammazione cellulare e contribuire così allo sviluppo di nuovi approcci
terapeutici nel campo della medicina rigenerativa”.
Nel settore oculistico, dal canto suo, il Polo Nazionale Ipovisione
di Roma ha pubblicato un bando, scaduto il 18 maggio 2008, con cui “si intendono premiare sia progetti di
ricerca finalizzati all’applicazione delle cellule staminali nella
rigenerazione del tessuto retinico che progetti che individuino terapie innovative per la cura di patologie oculari oncologiche, neo-vascolari e
degenerative”. Referenza bibliografica: Frederic Lluis, Elisa Pedone,
Stefano Pepe, Maria Pia Cosma, “Periodic activation of Wnt/b-catenin
signalling enhances somatic cell reprogramming mediated by cell fusion”. Cell
Stem Cell, 2008, doi:10.1016/j.stem.2008.08.017.
Fonti: Telethon, Cell-Stem Cell
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