Usa: si punta a preservare il nervo ottico bloccando l’azione dello zinco dopo il trauma
Uno dei sogni dell’oculistica è la rigenerazione del nervo ottico. Ricercatori americani di alto profilo hanno ottenuto nuovi risultati su cavie. La sperimentazione è avvenuta iniettando nel bulbo oculare dei topi di laboratorio una sostanza sperimentale chelante che inibisce l’azione dello zinco in forma libera.
Infatti ricercatori del Boston Children’s Hospital, del MIT e della Harvard University si sono resi conto che il livello degli ioni zinco (Zn2+) aumenta, dopo il trauma, tra gli interneuroni retinici. Insomma, esiste un “freno a mano” che rallenterebbe o bloccherebbe una spontanea rigenerazione del nervo ottico.
Dopo una sola ora dal danno al nervo ottico, i livelli degli ioni zinco aumentano di molte volte nelle cellule retiniche amacrine. Le iniezioni intravitreali sperimentali possono “aumentare le chances di sopravvivenza” di queste cellule nervose, consentendo di ottenere “effetti rigenerativi”. Nel complesso, se si interviene nei primi giorni dopo il trauma con una doppia iniezione nel bulbo, si otterrebbe un miglioramento del numero di neuroni fino al 40 per cento circa rispetto ai non trattati. Per confermare questi risultati i ricercatori hanno anche inibito un gene responsabile della sintesi dello zinco.
Se questi risultati saranno confermati, gli esperimenti potrebbero essere ripetuti sugli esseri umani. Tuttavia resta uno scetticismo diffuso all’interno della comunità scientifica, che considera la rigenerazione dei neuroni un risultato difficilissimo da ottenere. Basti pensare che, in ricerche precedenti, nel migliore dei casi si è ottenuta una rigenerazione neuronale dell’1 per cento circa.
Fonte: Proc. Natl. Acad. Sci. U S A