Riabilitazione visiva multidimensionale Nei percorsi terapeutici degli ipovedenti vanno considerati anche gli aspetti psicologici e cognitivi 24 giugno 2014 – Le capacità visive degli ipovedenti hanno aspetti ‘multidimensionali’ che non vanno sottovalutati. È quanto si legge in un nuovo studio condotto negli Usa. L’acutezza visiva, l’eventuale presenza di depressione, le capacità fisiche e gli aspetti cognitivi rendono conto di oltre un terzo delle abilità visive. Dunque la riabilitazione visiva intesa in senso integrale – che include aspetti oculistici, ortottici e psicologici – ha un ruolo importante per migliorare la qualità della vita di chi vede molto poco. La ricerca è stata effettuata come parte di uno studio più ampio condotto su 779 pazienti di 28 cliniche americane (età media 76,4 anni) arruolati per uno studio sulla riabilitazione degli ipovedenti, tra il 2008 e il 2011, negli Stati Uniti. Sono stati somministrati, tra l’altro, questionari sulla lettura, la mobilità, la funzionalità motoria visiva e l’elaborazione dell’informazione visiva stessa. Inoltre sono state misurate le prestazioni psicologiche e cognitive nonché il grado di salute mentale. Com’è ovvio, l’acuità visiva complessiva e le capacità di lettura hanno un ruolo particolarmente rilevante, ma non solamente questi aspetti. Infatti “la depressione – scrivono i ricercatori su Jama Ophthalmology – ha un effetto indipendente consistente […] sulla capacità visiva complessiva e su tutti gli àmbiti funzionali”.
Fonte: Jama Ophthalmology
Ultima modifica: 1 luglio 2014