Secondo gli esperti, l’uso intensivo di contenuti digitali come reels e TikTok sta contribuendo a un aumento preoccupante di miopia, occhio secco e affaticamento visivo, specialmente tra i giovani. Emergono anche rischi per la salute cerebrale
Durante il Congresso della Asia-Pacific Academy of Ophthalmology (APAO), svoltosi a Nuova Delhi dal 3 al 6 aprile 2025, gli oftalmologi hanno evidenziato una nuova emergenza clinica legata al consumo eccessivo di video in formato breve, come quelli presenti su piattaforme social quali Instagram e TikTok.
Lalit Verma, presidente dell’APAO, ha segnalato un incremento significativo di disturbi visivi nei pazienti giovani, con un numero crescente di casi di sindrome dell’occhio secco, progressione della miopia, strabismo a esordio precoce e affaticamento visivo digitale. Ha riportato, ad esempio, il caso di un giovane studente che lamentava un persistente fastidio oculare e visione offuscata: gli accertamenti hanno evidenziato una riduzione marcata della produzione lacrimale, collegata alle numerose ore trascorse guardando video brevi.
Harbansh Lal, presidente della All India Ophthalmological Society (AIOS) e a capo del comitato organizzatore del congresso, ha spiegato che i video brevi sono progettati per catturare e trattenere l’attenzione visiva dello spettatore. Questo comporta una riduzione del tasso di ammiccamento fino al 50%, favorendo così l’evaporazione del film lacrimale e l’insorgenza della secchezza oculare. Inoltre, ha sottolineato come negli ultimi anni si stia registrando un prolungamento della fase di instabilità refrattiva: se un tempo la stabilizzazione della vista avveniva intorno ai 21 anni, oggi si osservano fluttuazioni nel potere diottrico fino ai 30 anni.
Partha Biswas, futuro presidente dell’AIOS, ha descritto questa condizione emergente con il termine “Reel Vision Syndrome”, riferendosi a un insieme di sintomi oculari causati dalla combinazione di luce artificiale, immagini ad alta velocità e focalizzazione prolungata a distanza ravvicinata. Secondo Biswas, tale sovrastimolazione visiva porta non solo a stanchezza oculare e mal di testa, ma può avere anche effetti dannosi sul lungo periodo.
I numeri confermano la portata del fenomeno. TikTokche conta attualmente 1,59 miliardi di utenti, mentre Instagram ne registra 2 miliardi. Di questi, oltre 726 milioni interagiscono regolarmente con i reels. Secondo i dati forniti da Meta, circa il 50% del tempo trascorso dagli utenti su Instagram è dedicato alla visione di questi video, che registrano complessivamente oltre 140 miliardi di visualizzazioni giornaliere su Facebook e Instagram. Nel 2022, si stimava che gli utenti guardassero video su TikTok per circa 197,8 milioni di ore al giorno, mentre su Instagram i Reels totalizzavano 17,6 milioni di ore quotidiane.
Anche il cervello risente di questa sovraesposizione. Una ricerca pubblicata su NeuroImage, condotta su 111 studenti universitari cinesi di età compresa tra i 17 e i 30 anni, ha rilevato che chi mostrava una maggiore dipendenza dai video brevi presentava un’attività cerebrale aumentata nelle aree associate alla regolazione emotiva e al sistema di ricompensa. Inoltre, sono state osservate alterazioni strutturali nella corteccia orbitofrontale e nel cervelletto.
La crescente abitudine a consumare contenuti percepiti come poco stimolanti e di bassa qualità è stata recentemente riassunta nel termine “brain rot” (marcimento cerebrale), parola dell’anno 2024 secondo l’Oxford Dictionary. Il termine ha acquisito popolarità per esprimere le preoccupazioni riguardo agli effetti cognitivi negativi di un consumo eccessivo di contenuti digitali ripetitivi e superficiali, soprattutto sui social media.
Per prevenire le conseguenze oculari di questa esposizione, gli oftalmologi consigliano l’adozione di semplici buone pratiche come la regola del 20-20-20: ogni 20 minuti di visione, è utile distogliere lo sguardo e fissare un oggetto a 20 piedi di distanza (circa 6 metri) per almeno 20 secondi.
L’intrattenimento veloce e continuo offerto dalle piattaforme social rappresenta una nuova sfida per la salute visiva e cognitiva. Se da un lato i contenuti in formato breve soddisfano un bisogno immediato di stimolazione e svago, dall’altro gli effetti a lungo termine sull’occhio umano e sul cervello sono sempre più evidenti. Gli specialisti invitano a un uso più consapevole di questi strumenti e a un monitoraggio attento dei sintomi, soprattutto nei più giovani.