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Quando squilla l’emergenza

Quando squilla l’emergenza Nell’UE esiste un numero unico per le urgenze sanitarie: è il 112, ma in Italia è ancora il 118 18 febbraio 2011 – è il numero d’emergenza dell’Unione europea, ma allarmante è soprattutto il fatto che non si conosca: il 112 è noto solo a sette italiani su cento. Chiaramente è importante memorizzarlo per le urgenze (anche sanitarie) per quando si andrà in un altro Paese Ue: non a caso è stato battezzato numero ‘salva-vita’ ed è un numero unico per incidenti, incendi, aggressioni e via dicendo. Nell’Europa a 27 Stati solo un cittadino su quattro lo conosce. Per aumentarne la notorietà, la Commissione europea ha rilanciato il messaggio, nella speranza che si segua l’esempio di Paesi più virtuosi come Lituania, Polonia o Slovacchia, dove circa sei cittadini su dieci già sono al corrente del servizio. Si tratta di una sequenza di tre cifre che – già attiva in molti Stati UE – consente di contattare l’ambulanza, i vigili del fuoco o la polizia. In un’Unione europea dove la mobilità è sempre più accentuata, sapere come comportarsi in caso d’emergenza è fondamentale. In alcuni Stati il sistema localizza il chiamante in automatico anche quando usa il cellulare (anche in Italia si può essere localizzati in un paio di secondi). “Potete chiamare gratuitamente il 112 – assicura la Commissione europea – per contattare i servizi di emergenza in tutta l’Unione europea, da rete fissa o mobile”. Si ricorda infine che, prima della partenza per altri Paesi europei, è fondamentale prendere con sé la tessera sanitaria rilasciata del Ministero della Salute, che non a caso reca a tergo la scritta “tessera europea di assicurazione malattia” (Leggi anche “Più diritti alle cure in altri Paesi Ue”). A febbraio del 2009 l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia europea per il suo ritardo: quando si digita il 112, com’è noto, ora rispondono i carabinieri: per le emergenze sanitarie in Italia ancora bisogna comporre il 118.

Link utile: Domande e risposte: i diritti dei pazienti nell’assistenza sanitaria

Fonti: Commissione Ue, Europa.eu

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