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Quando i lettini abbronzanti nuocciono alla salute

Quando i lettini abbronzanti nuocciono alla salute Il rischio di tumore cutanei aumenta se da giovani ci si abbronza spesso artificialmente 1 marzo 2012 – Ripetute abbronzature artificiali possono “costare” un tumore, soprattutto se si è spesso fatto ricorso ai lettini solari da giovani. È quanto si sostiene in un nuovo studio condotto negli Usa (soprattutto in strutture dell’università di Harvard e dal Brigham and Women’s Hospital) e in Cina, pubblicato sul Journal of Clinical Oncology . Sono state studiate 73.494 infermiere per un periodo di vent’anni. Lo studio, volto a valutare il rischio di contrarre due tipi di carcinoma (basocellulare e squamocellulare) e il melanoma, ha preso in considerazione la frequenza con cui si è fatto uso del lettino abbronzante tra i 25 e i 35 anni, tenendo conto della resistenza soggettiva ai raggi ultravioletti e di quando si è rimasti esposti al sole da giovani. Nel corso dello studio sono stati diagnosticati 5.506 casi di carcinoma basocellulare, 403 di carcinoma squamocellulare e 349 di melanoma. “I nostri dati – scrivono i ricercatori – forniscono la dimostrazione dell’esistenza di una relazione tra il maggiore impiego dei lettini abbronzanti e il rischio di cancri alla pelle, specialmente il BBC [carcinoma basocellulare, ndr]; tale associazione è tanto più forte quanto più i pazienti sono giovani e quanto prima avviene l’esposizione”. I tumori cutanei possono colpire anche le palpebre: chiunque faccia uso di lettini solari è fondamentale che rispetti una gradualità nell’esposizione, che si protegga con creme dotate di filtri a norma di legge e con gli appositi occhialini o con la mascherina (per proteggere le palpebre). Specialmente se non si rispettano queste norme la salute cutanea corre nettamente più rischi. Referenza: “Use of Tanning Beds and Incidence of Skin Cancer”, Mingfeng Zhang, Abrar A. Qureshi, Alan C. Geller, Lindsay Frazier, David J. Hunter, and Jiali Han, Journal of Clinical Oncology published online on February 27, 2012; DOI:10.1200/JCO.2011.39.3652.

Fonte originale: Journal of Clinical Oncology

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