Il 21 febbraio si celebra in Italia l’invenzione che ha spalancato le porte ai ciechi
19 febbraio 2016 – Una matrice a sei punti che segna la differenza. È il braille, l’alfabeto dei ciechi basato su un codice puntiforme, che si festeggia in tutta Italia ogni 21 febbraio. Un’invenzione dell’omonimo francese che ha reso possibile ai non vedenti l’accesso all’immenso mondo della cultura e alle sue sfumature, a tutti i gradi d’istruzione e alle diverse professioni.
“Louis Braille è stato autore – ha affermato Mario Barbuto, Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (UICI) – di un’autentica rivoluzione sociale e anche quest’anno chiediamo che in ogni città e in ogni paese d’Italia venga intitolata una via o una piazza a «colui che vinse il buio, indicando ai ciechi le vie della cultura»”.
“Il braille è un sistema che aiuta oltre trenta milioni di ciechi nel mondo – ha sottolineato l’avv. Castronovo Giuseppe Castronovo, Presidente della IAPB Italia onlus –: è diventato, per così dire, la ‘vista’ dei non vedenti. Così come i vedenti usano la penna per scrivere e i loro occhi per leggere qualsiasi libro e giornale, noi abbiamo il braille”.
La Giornata nazionale del Braille, giunta alla sua IX edizione, intende sensibilizzare “l’opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti”, come si legge nella Legge del 3 agosto 2007. Si tratta di una celebrazione che contribuisce a dare maggiore valore al sistema inventato da Louis Braille, il genio divenuto cieco a soli tre anni, in seguito a un incidente nel laboratorio del padre (a causa di un punteruolo che si conficcò in un occhio divenne cieco perché, una volta perso il primo, l’infezione si estese anche al secondo occhio). La data del 21 febbraio è stata scelta perché coincide con la Giornata Mondiale della Difesa dell’Identità Linguistica promossa dall’Unesco.
Fonti di riferimento: Superando, Uici