Secondo lo studio pubblicato su Medicalexpress, le donne di mezza età risultano essere soggette a sintomi depressivi in modo maggiore rispetto ad altri gruppi di controllo e uno dei fattori più incidenti risulta essere proprio la salute della vista
L’ipovisione, la totale cecità o, anche semplicemente, problemi alla vista che causano, però, delle forti distorsioni al visus, molto spesso sono causa di depressione.
La vita viene completamente stravolta e bisogna imparare a vivere in un modo nuovo.
Ma cosa succede quando la vista viene inizia a deteriorarsi in un periodo della vita segnato da altre fragilità?
Secondo uno studio pubblicato sul Medicalxpress, i problemi alla vista causano sintomi di depressione molto più frequenti nelle donne di mezza età che negli uomini.
Bisogna ricordare che le donne di mezza età presentano, normalmente, già un’incidenza maggiore di depressione rispetto a tutti gli altri gruppi diversi in età e sesso: un nuovo studio, basato sui dati dello Study of Women’s Health Across the Nation, ha cercato di valutare l’associazione diretta tra disabilità visiva e sintomi depressivi e sulla base di tale risultati, i ricercatori, hanno concluso che esiste una significativa associazione tra la disabilità visiva, da lieve a moderata, ed i successivi sintomi depressivi.
Gli esperti hanno, inoltre, notato come la depressione abbia effetti di ampia portata non solo per quanto riguarda la salute in generale, ma anche per quel che concerne un sano e tranquillo processo di invecchiamento.
Il suggerimento è di identificare precocemente le possibili patologie che potrebbero portare al deterioramento della vista, di modo da preservare per un tempo maggiore sia la salute mentale che quelle fisica.
Queste condizioni includono quelle comuni e correggibili quali gli errori di refrazione e la cataratta, il glaucoma, la retinopatia diabetica o ipertensiva e la degenerazione maculare.
“Correggere precocemente i problemi di vista è importante per preservare la qualità futura della vita” afferma la Dottoressa Stephanie Faubion, direttore medica del NAMS
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