Trascorrere quotidianamente del tempo all’aria aperta è probabilmente la ricetta migliore per evitare un difetto refrattivo o almeno per contenerne il peggioramento
Senza un tempo adeguato trascorso quotidianamente all’aperto un peggioramento della miopia potrebbe essere dietro l’angolo. Secondo recenti studi i giovanissimi dovrebbero trascorrere costantemente del tempo fuori casa guardando lontano, mentre invece una visione prolungata da vicino potrebbe favorire l’insorgenza del vizio refrattivo o una sua più rapida evoluzione. Un numero crescente di studi scientifici sembrerebbe, infatti, concordare sul fatto che sia i bambini che gli adolescenti debbano trascorrere quotidianamente del tempo alla luce solare: ciò può aiutare a ridurre il rischio di un aumento della miopia. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità fa riferimento a questo importante problema.
Quella vista che “si accorcia”
La miopia è sempre più diffusa. Negli Usa, negli ultimi 30 anni, la sua prevalenza è passata dal 25% al 44% tra gli adulti, mentre in alcune zone dell’Asia supera l’80%, complici gli stili di vita errati. Lo si legge in un nuovo studio pubblicato su Plos Genetics, condotto in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
Se i geni contano
Resta vero che la miopia ha un’importante base genetica, che incide per il 60-90%. Una volta che il bulbo oculare si è allungato troppo non si può tornare indietro nel tempo; ma tale allungamento potrebbe verificarsi anche se, per molti anni, si è fatto uno sforzo prolungato nella lettura, nella visione degli schermi e in altre attività visive da vicino. Tuttavia non tutti gli esperti concordano su questo punto.
Analizzando i dati di circa 14 mila persone, la Columbia University (Usa) e altre università hanno rivelato che una determinata variante del gene APLP2 è associata a una probabilità quintupla di sviluppare la miopia se, durante la giovinezza, si è fatto un sforzo quotidiano di almeno un’ora al giorno nella lettura da vicino. Questa variante genetica è piuttosto rara: è stata identificata circa nell’uno per cento della popolazione. Ci sono probabilmente centinaia di sequenze genetiche che provocano un “accorciamento” del fuoco, anche se sino ad oggi sono stati identificati solo 25 geni.
Più aria aperta, miglior vista?
“Da decenni sappiamo che la miopia è provocata dai geni e dalla loro interazione con fattori ambientali come la lettura e altro lavoro da vicino, ma non ne avevamo mai avuto una solida prova”, ha sottolineato Andrei Tkatchenko (Columbia University), direttore dell’équipe di ricercatori.
Anche se in futuro si potrà prevenire la miopia con altri sistemi – che nella sua forma grave può provocare anche problemi alla retina –, attualmente l’unico modo per farlo è probabilmente trascorrere del tempo all’aria aperta, soprattutto nel periodo critico, ossia quando i bambini frequentano le scuole primarie (elementari) e le scuole medie.
Lo studio cinese
In Cina è stato condotto uno studio, pubblicato su Jama Ophthalmology a metà settembre 2015, in cui si è fatta svolgere a 952 alunni di 6 anni un’attività supplementare all’aperto di 40 minuti al giorno [Si veda anche uno studio pubblicato nel 2018 sempre su [Jama]]. Il risultato? “Una minore incidenza della miopia nei successivi tre anni”, scrivono i ricercatori cinesi e australiani. Tra l’altro i genitori sono stati incoraggiati a far praticare attività all’esterno nel doposcuola, durante i weekend e le loro vacanze. Il confronto è stato fatto con quasi mille allievi delle primarie (campione di controllo), che hanno continuato a svolgere normalmente le attività scolastiche. Mentre nel primo gruppo, che conduceva uno stile di vita più salutare, alla fine dello studio l’incidenza della miopia era del 30,4%, nel secondo era del 39,5%, con una differenza del 9,1%. Uno studio cinese precedente conferma che “livelli maggiori di attività all’aria aperta sono associati, negli alunni delle scuole primarie, a valori inferiori della miopia”. In questa ricerca l’attività visiva da vicino non è tuttavia stata associata, negli stessi bambini di Pechino, a valori maggiori della miopia né alle scuole elementari né alle medie (tenendo conto dell’errore refrattivo medio dei genitori, del tempo trascorso fuori casa e del genere).
Un’altra ricerca condotta a Taiwan su oltre 5000 uomini (18-24 anni) ha concluso che “essere più grandi d’età, avere genitori miopi, un livello d’istruzione più elevato, fare lavoro [visivo] da vicino, meno attività all’aria aperta e un più alto livello di urbanizzazione sono risultate associate alla prevalenza della miopia“. Tuttavia, solo il fatto che i genitori fossero miopi, che si facesse molto lavoro da vicino con gli occhi e il fatto di vivere in città “sono stati significativamente associati a una progressione della miopia riferita dai singoli“. Tutti questi risultati dovranno comunque essere confermati da ulteriori studi.
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Fonti: Columbia University Medical Center, Plos Genetics , Optom. Vis. Sci., Ophthalmic Epidemiology
Pagina pubblicata il primo settembre 2015. Ultimo aggiornamento: 10 ottobre 2018