“La vita buona nella società attiva”
Presentato a Palazzo Chigi dal Ministro del Welfare Sacconi il libro bianco sul ‘futuro del modello socialé
6 maggio 2009 – Si parla anche di disabilità nel libro bianco presentato oggi nella sala stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un documento intitolato “La vita buona nella società attiva” che spazia in lungo e in largo tra le varie competenze del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali (e, in verità, si spinge anche oltre).
Il documento, approvato dal Consiglio dei Ministri, mette in evidenza che “il sistema sanitario italiano è considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità uno dei primi al mondo in base ai tre parametri di valutazione complessiva: miglioramento dello stato di salute della popolazione, risposta alle aspettative di salute e di assistenza sanitaria dei cittadini, assicurazione delle cure sanitarie a tutta la popolazione”. Tuttavia, si punta anche il dito contro gli sprechi e le inefficienze, riscontrate soprattutto al Sud. Dunque, è stata ribadita la liceità degli interventi straordinari in atto contro le Regioni col bilancio sanitario in rosso.
Com’è noto, uno dei problemi che vive l’Italia è l’invecchiamento demografico: si stima che nel 2045 gli over 65 saranno il 30 per cento della popolazione, per cui le malattie croniche peseranno sempre di più sul sistema del Welfare; ma già oggi colpiscono il 25 per cento della popolazione e comportano il 70 per cento della spesa. Anche a livello oculare – aggiungiamo noi – a diventare ciechi sono soprattutto gli anziani, colpiti principalmente dall’ AMD (la degenerazione maculare legata all’età provoca in Occidente perdita della vista nel 41% dei casi); dunque, prevenire la perdita della vista è un risparmio di risorse statali così come anche di sofferenze umane.
Il documento del Ministero sottolinea e teme come, di fronte a un allungamento dell’aspettativa di vita, non corrisponda necessariamente un allungamento della vita attiva. “Per gli ultrasettantacinquenni è di quasi dieci anni la prospettiva di vita in condizioni di disabilità. Dei 2,5 milioni di disabili presenti in Italia, ben novecentomila – si sottolinea ancora nel libro Bianco – sono di fatto confinati in casa, vivendo in strutture che, per le barriere architettoniche esistenti, non consentono il loro agevole spostamento”. La soluzione prospettata dal Ministro Sacconi? Quella di ridurre il numero degli ospedali perché “quanto più sono concentrati i servizi ospedalieri, tanto più c’è spazio per l’assistenza domiciliare”.
L’intento complessivo del libro bianco è, comunque, quello di presentare un rinnovato modello sociale orientato a promuovere l’autosufficienza di ciascuno e a ricostruire la fiducia nel futuro. Per questo è stata più volte sottolineata l’importanza del dialogo sociale, della condizione e dell’equa distribuzione, così come anche della famiglia e della comunità in quanto forme di relazione con l’altro della singola persona.
Si tratta – ha osservato il Ministro del Welfare Maurizio Sacconi, affiancato dai sottosegretari Ferruccio Fazio, Eugenia Roccella e Francesca Martini – “di un libro bianco nazional-popolare”, basato sul “senso comune” oltre che sul dialogo che già si è tenuto con oltre mille soggetti, di cui cento attori collettivi (raccolti in un libro verde).
Il volume presta il fianco ad osservazioni di varia natura; ad esempio, è un lavoro che non si limita a presentare un mero quadro d’insieme, ma – come dichiara lo stesso Sacconi – “è un documento di valori e di visione”, una cornice entro la quale si colloca la vita buona intesa come salute, regolazione degli affetti, ecc. Insomma, si intende presentare un modello sociale per il futuro, che ha l’“ambizione di spezzare ogni tentativo nichilista”. Vuole essere però anche una raccolta di “sentimento del popolo”, con la pretesa di indicare una strada per “ricercare la felicità”.