Osservasalute 2017 presentato al Gemelli: l’Italia è un Paese di anziani e il divario Nord-Sud è sempre più ampio
Più persone obese, leggermente più sportivi ma ancora oltre 10,4 milioni di fumatori: è un ritratto non proprio salutista quello degli italiani nel Rapporto Osservasalute 2017, curato dall’Università Cattolica di Roma e dall’Istituto Superiore di Sanità, presentato il 19 aprile presso il Policlinico A. Gemelli. Nel quale, tra luci e ombre, rimane sullo sfondo il celebre divario Nord-Sud.
Le luci
Le malattie croniche mietono sempre meno vittime, in particolare i tumori maligni, il diabete (che causa anche retinopatia), le malattie cardiovascolari e quelle respiratorie croniche. La diminuzione dei decessi è stata del 20% in dodici anni: una tendenza virtuosa da non sottovalutare. Soprattutto nel Nord Italia, dove si fa più prevenzione. Il Belpaese ha quindi una speranza di vita da record: siamo secondi nell’Ue dopo la Svezia per gli uomini (80,3% di media) e al terzo posto per le donne (con 84,9 anni), dopo Francia e Spagna.
Nello Stivale è in atto anche una riduzione delle persone in sovrappeso (-1,4% tra il 2016 e l’anno precedente). Oltre un quarto degli italiani, dai tre anni in su, praticano sport in modo continuativo, mentre sono il 34,8% coloro che fanno attività fisica nel tempo libero, ma non necessariamente in modo regolare (circa 20,5 milioni di persone), percentuali ancora lontane dai virtuosi Paesi del Nord Europea.
Le ombre
I “pesi massimi” continuano ad aumentare in Italia : gli obesi sono passati dall’8,5% al 10,4% tra il 2001 e il 2016. È cresciuta anche la spesa privata per curare la propria salute anche se complessivamente la sanità italiana, com’è noto, è pubblica per i tre quarti.
Per quanto riguarda la mortalità precoce, sono sempre più evidenti le differenze tra Meridione e Settentrione. Nel 2015 la provincia autonoma di Trento aveva il valore più basso (195,6 per 10mila abitanti), mentre la Campania quello più alto (297,3 per 10 mila); quest’ultimo è un tasso del 22% più elevato rispetto alla media nazionale.
L’invecchiamento demografico avanza: nel nostro Paese oltre un italiano su cinque ha più di 65 anni. Nella popolazione generale con più di 15 anni, la quota di persone con gravi limitazioni sensoriali e motorie è molto vicina al valore medio europeo; in particolare il 2% dichiara gravi limitazioni nella vista [[nell’Unione europea a 28 Paesi la media è del 2,1%]]. Il fisiologico peggioramento delle capacità motorie e sensoriali – che si osserva tra gli anziani europei passando dai 65-74 anni (vista 2,9%; udito 6,8%; camminare 11,2%) ai 75 anni ed oltre (vista 8,7%; udito 18,2%; camminare 32,4%) – assume maggiore rilevanza in Italia, dove si registrano incrementi superiori alla media europea. È infatti quadruplicata la quota di anziani con gravi difficoltà nella vista (dal 2,2% all’8,8%) e nel camminare (dal 9,7% al 36,6%) ed è triplicata quella con gravi difficoltà nell’udito (dal 5,4% al 18,9%). Anche perché, nel nostro Paese, ci sono più over 80enni rispetto alla media europea (6,5% versus 5,3%).
Perdura il vizio del fumo
Non tramonta il vizio del fumo in Italia, ma si consumano meno sigarette nonostante il numero dei fumatori resti all’incirca stabile da alcuni anni. Nel Rapporto Osservasalute si legge:
Sono circa 10 milioni e 430 mila i fumatori in Italia nel 2016, poco più di 6 milioni e 300 mila uomini e poco più di 4 milioni e 100 mila donne. Si tratta del 19,8% della popolazione di 14 anni ed oltre. Il numero di coloro che fumano è rimasto pressoché costante a partire dal 2014. Il numero medio di sigarette fumate al giorno continua a diminuire in un trend continuo dal 2001, da una media di 14,7 sigarette nel 2001 a 11,5 del 2016, una variazione che conferma la tendenza alla riduzione di tale abitudine.
Fonti principali: Rapporto Osservasalute, Panorama della Sanità, Vatican News