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Più assistenza sanitaria transfrontaliera

Più assistenza sanitaria transfrontaliera Approvata il 3 dicembre la Direttiva Ue dal Consiglio dei Ministri: dovrà essere più facile farsi curare od operare in altri Paesi dell’Unione europea. Tuttavia le commissioni parlamentari hanno chiesto delle limitazioni L’assistenza sanitaria parla la lingua dell’Unione europea più che in passato. Il 3 dicembre il Consiglio dei Ministri italiano ha recepito la Direttiva Ue sull’assistenza sanitaria transfrontaliera, che rende idealmente più accessibili cure e interventi chirurgici in altri Paesi europei (ad esempio se non sono disponibili nella nazione di appartenenza). Il perfezionamento del decreto avverrà, tuttavia, solo dopo il parere delle Commissioni Parlamentari competenti e della Conferenza Stato-Regioni. Così potrà partire il “Punto di contatto nazionale” sull’assistenza transfrontaliera: grazie a un servizio telefonico dedicato consentirà di compiere scelte più informate e adeguate al singolo caso. L’obiettivo, spiega il Ministero della Salute, è quello di offrire un’informazione chiara, trasparente, intellegibile e accessibile a tutti i pazienti circa i loro diritti di cura a livello dell’Unione europea: dagli standard di qualità fino all’accessibilità degli ospedali per i disabili, passando per le procedure di reclamo e denuncia. La Commissione Affari Sociali della Camera italiana, pur avendo espresso parere favorevole, a febbraio 2014 ha richiesto una serie di modifiche condizionanti (premettendo che “il rimborso delle prestazioni richieste all’estero, in presenza di determinati motivi, possa subire delle limitazioni“), in particolare che: 1) sia introdotta una disposizione volta a precisare che eventuali danni alla salute derivanti da prestazioni sanitarie transfrontaliere, ancorché preventivamente autorizzate dalle ASL, non possano essere in alcun modo imputati al Servizio sanitario nazionale; 2) venga specificato che, nei casi in cui l’autorizzazione preventiva all’assistenza transfrontaliera sia negata […] l’ASL competente individui e comunichi al paziente la specifica struttura sanitaria in grado di erogare la prestazione entro il […] termine con le garanzie di sicurezza e qualità della prestazione offerta. Già la Commissione Igiene e Sanità del Senato aveva, a gennaio 2014, espresso parere favorevole a diverse condizioni, tra cui: a) che sia introdotta una disposizione finale per assicurare con linee guida interpretative (senza ledere le prorogative regionali) l’applicazione omogenea del decreto legislativo su tutto il territorio nazionale, chiarire in quali casi si applica l’assistenza transfrontaliera, anche illustrando le differenze tra i vari regimi; b) per quanto riguarda il monitoraggio sull’applicazione del decreto legislativo, la Commissione Igiene e Sanità del Senato ha chiesto sia svolto, anche con audizioni o consultazioni di associazioni di cittadini e pazienti, per mettere a punto eventuali interventi correttivi; c) le osservazioni della Commissione riguardano la possibilità di rendere accessibili ai pazienti gli standard di sicurezza e qualità, sia nazionali che degli altri Paesi, al di sotto dei quali può essere negata l’autorizzazione, l’eventualità che la cartella clinica informatizzata non sia disponibile in alcune aree del Paese e di realizzare campagne di informazione specifica sulla direttiva. d) la commissione del Senato ha proposto, infine, di valutare possibili meccanismi di romborso di viaggio e alloggio per i disabili.

Leggi anche: “Ue, in viaggio con più diritti di cura

Fonti principali: Ministero della Salute, Anaao, Sole 24 Ore – Sanità

Pagina pubblicata il 4 dicembre 2013. Ultimo aggiornamento: 17 febbraio 2014

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