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Perché serve una visita oculistica alla nascita

Perché serve una visita oculistica alla nascita

L’intervento e le risposte in diretta alle domande di mamme blogger, utenti del sito www.proteggilasuavista.it e giornalisti del Prof. Filippo Cruciani, Referente Scientifico IAPB Italia Onlus.

La prima visita oculistica sul bambino andrebbe fatta alla nascita. È una visita rapida e alla portata di qualunque oculista e permetterebbe di escludere malattie congenite e valutare lo stato refrattivo del soggetto. Questo ovviamente presuppone la presenza di un oftalmologo e di una vasta organizzazione sul territorio. Con la Società Oftalmologica Italiana ci stiamo lavorando assieme all’Istituto Superiore di Sanità. Sarebbe un grande traguardo, anche perché la nascita, come momento di screening, è perfetto: permetterebbe di vagliare pressoché tutti gli individui.

La visita oculistica è possibile alla nascita e a qualsiasi età, perché alla nascita c’è già maturazione anatomica dell’occhio.

A mancare è l’arte del vedere: la capacità funzionale. Dal momento della nascita il bambino impara a vedere e, per questo, deve essere sottoposto a tanti impulsi visivi. È un processo fisiologico che continua negli anni. Si raggiunge la maturazione tra i 3 e i 5 anni: per questo è fondamentale fare una seconda visita entro i tre anni. Se lo sviluppo è ostacolato da qualcosa, va diagnosticato subito per essere curabile. L’occhio pigro è l’esempio da manuale: se diagnosticato si risolve, se trascurato si perpetua per sempre.

Lo stesso dicasi del canale lacrimale chiuso: un sintomo è l’occhietto chiuso la mattina dalle secrezioni; la terapia medica lo cura senza particolare invasività, ma deve essere trattato prima dell’anno di vita.

La pigmentazione è, infine, oggetto di domande frequenti da parte dei genitori. Diciamo subito che il colore degli occhi non è collegato a nessuna patologia e non ci sono colori che rendono più suscettibili a una o all’altra malattia oculare. Inoltre, il colore degli occhi non è neppure un vero colore; non dipende, cioè, dal tipo di pigmento, ma dalla quantità di melanina nell’iride. Una quantità che tende a crescere con l’età, motivo per il quale gli occhi azzurri di tanti neonati diventano poi marroni o, comunque, più scuri nel tempo”.

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