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Neurone

Ottenuti neuroni dalla pelle

NeuroneOttenuti neuroni dalla pelle Un’équipe di ricercatori italiani è riuscita a saltare lo stadio di staminali per trattare il Parkinson Trasformare una cellula della propria pelle in neuroni di ‘ricambio’. é stato dimostrato che si può fare senza passare attraverso lo stadio di cellula staminale: così si può evitare il rischio di contrarre un tumore a causa di un errato sviluppo cellulare. Un’équipe di ricercatori italiani è riuscita a trasformare direttamente in neuroni adulti la pelle – sia umana che di topo – per trattare una grave malattia neurodegenerativa come il Parkinson. Pur trattandosi di uno studio sperimentale, le prospettive sembrano molto promettenti anche per le altre malattie degenerative, tra cui quelle che provocano una perdita dei neuroni retinici. La ricerca – effettuata dal S. Raffaele di Milano, dall’Istituto di Tecnologia di Genova e da vari centri triestini – si basa sulla riprogrammazione Staminali riprogrammate si trasformano in neuroni: questa era la via prima seguita dalla ricerca. Ora, invece, si è puntato alla trasformazione diretta delle cellule della pelle in neuroni, senza passare attraveso lo stadio di staminaligenetica. Infatti grazie a tre geni ( Mash1, Nurr1 e Lmx1a ) sono stati fatti scattare degli ‘interruttori’ nel Dna che hanno consentito la metamorfosi dei cosiddetti fibroblasti (cellule dei tessuti connettivi) in neuroni maturi funzionanti, che rilasciano il neurotrasmettitore dopamina e migliorano la funzionalità motoria. La ricerca, anticipata on-line nel sito ufficiale della rivista Nature, ha tra i suoi autori principali Vania Broccoli, capo dell’Unità di cellule staminali dell’ospedale S. Raffaele. Nel 2008 il ricercatore ha vinto un bando del Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva con un programma di ricerca intitolato “cellule pluripotenti riprogrammate, da utilizzare come

Fonte rinnovabile a lungo termine come progenitrici dei fotorecettori“.

Leggi anche: “Cellule riprogrammate conto la cecità”.

Pagina pubblicata il 5 luglio 2011.

Ultima modifica: 19 luglio 2011.

Fonte principale: Nature

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