Ridurre i deficit visivi evitabili: bisognerà passare da una prevalenza del 3,18% al 2,37% in cinque anni. È questa una delle priorità indicate dall’OMS nel Piano d’azione globale per il periodo 2014-2019. L’Organizzazione mondiale della sanità punta, in particolare, a ridurre del 25% i problemi visivi più diffusi tra chi ha più di cinquant’anni, principalmente la cataratta e gli errori refrattivi non corretti (ad esempio una forte miopia).
Secondo le stime dell’Oms senza interventi decisi, l’84% di tutti i casi di cecità e ipovisione riguarderà gli ultracinquantenni. Quindi bisognerà ampliare la copertura di servizi per la salute oculare completi e integrati in grado di contrastare le principali cause di gravi deficit visivi (correlate, tra l’altro, all’invecchiamento demografico). Tenendo conto che cecità e ipovisione colpiscono soprattutto le popolazioni più povere, che in otto casi su dieci la cecità e l’ipovisione sono evitabili e che nel 2010 c’erano nel mondo 285 milioni di disabili visivi (dei quali 39 milioni non vedenti[[nel 2017 sono state diffuse nuove cifre: secondo queste stime più recenti i ciechi sarebbero scesi a 36 milioni e gli ipovedenti a 217 mln]]), l’Oms ha proposto di perseguire tre finalità principali: 1) obiettivo 1: raccogliere prove scientifiche sull’entità e sulle cause dei deficit visivi e sui servizi oculistici, e utilizzarle per sensibilizzare gli Stati a un maggior impegno politico e finanziario; 2) obiettivo 2: incoraggiare l’elaborazione e l’attuazione di politiche, piani e programmi nazionali al fine di migliorare la salute oculare universale; 3) obiettivo 3: promuovere l’impegno in più settori e partenariati efficaci per il miglioramento della salute visiva.
Vedi anche: “OMS, approvato piano mondiale contro la cecità“. Documento di riferimento: “Salute oculare universale: piano d’azione globale dell’Oms (2014-2019) ”
Fonti: Oms, Ministero della Salute
Pagina pubblicata il 13 gennaio 2014. Ultima modifica:3 agosto 2018