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Trombosi retinica

(occlusione vascolare retinica)

Che cos’è?

occlusione-vascolare-retina-2.jpgPer occlusione vascolare s’intende un’interruzione del flusso sanguigno nella retina. Tale blocco può essere di due tipi: arterioso (in questo caso si tratta di una vera e propria “ischemia”) o venoso (“trombosi”).

Quali sono i sintomi e le cause?

Il sintomo principale è la riduzione brusca e improvvisa della vista; generalmente la perdita del visus colpisce un solo occhio e non è associata ad alcun dolore.

L’ischemia arteriosa di solito colpisce l’arteria centrale della retina (OACR), mentre la trombosi venosa può riguardare la vena centrale retinica in toto (OVCR) oppure solo una delle sue branche (trombosi di branca ovvero OBVR) ed è, in assoluto, il più comune accidente vascolare acuto del fondo: in quest’ultima situazione il calo del visus può anche non esserci o limitarsi alla percezione di un’«ombra» nel campo visivo.

Le cause sono da ricercare, per la maggior parte, nelle alterazioni della parete dei vasi (perdita di elasticità, loro deformazione, interruzione del flusso sanguigno, ecc.) provocate da diabete, ipertensione, arteriosclerosi e/o altre condizioni favorenti la formazione di emboli o trombi – in particolar modo a partire dai vasi del collo –, anche se spesso, nonostante tutte le analisi, non si riesce ad evidenziare un fattore scatenante preciso.

Nelle donne che desiderano iniziare una terapia anticoncezionale per bocca è fondamentale sottoporsi ad alcuni accertamenti, dal momento che la classica “pillola” è uno di quei farmaci che aumenta notevolmente il rischio di trombosi[[
In un foglietto illustrativo dell’Aifa (riferito a un farmaco anticoncezionale equivalente) si legge, per quanto riguarda la trombosi della vena retinica (coagulo sanguigno nell’occhio) : “Sintomi che si verificano più frequentemente in un occhio: perdita immediata della vista o offuscamento indolore della vista che può progredire a perdita della vista”.]].

Cosa accade?

Con l’interruzione dell’apporto di sangue (ischemia) non viene più nutrita ed ossigenata localmente la retina, per cui si possono verificare gravi danni come morte cellulare in alcune aree fondamentali per la visione.

In caso di trombosi, invece, viene ostruito il ritorno venoso, motivo per cui si formano numerose emorragie, essudati e, a volte, gonfiore del disco ottico (papilledema). In entrambe le patologie, in base al grado di ischemia raggiunto, si possono formare poi dei nuovi vasi molto dannosi, che possono sanguinare ed innalzare pericolosamente il tono oculare (glaucoma neovascolare), il che contribuisce a peggiorare ulteriormente il quadro clinico.

Quali sono i segni ?

In caso di occlusione dell’arteria centrale retinica (OACR), le arterie appariranno marcatamente assottigliate; la retina apparirà pallida, ad eccezione della macula (zona centrale della retina adibita alla visione distinta), col suo tipico aspetto rosso ciliegia: a volte è possibile anche visualizzare l’embolo che occlude il vaso.

Nel caso, invece, che si sia verificata un’occlusione a livello della vena centrale retinica (OVCR), le vene appariranno notevolmente congestionate, tortuose e dilatate; l’aspetto della retina, oltre a risultare pallido, sarà edematoso e caratterizzato dalla presenza di emorragie più o meno numerose.

Come si effettua la diagnosi?

La diagnosi si fa innanzitutto con l’esame del fondo oculare. Inoltre un esame molto utile è la fluorangiografia che, mediante iniezione del mezzo di contrasto, potrà fornire all’oculista dati preziosi ai fini di una diagnosi completa: grazie alle immagini si potrà infatti capire il punto esatto dove si è bloccato il flusso sanguigno e quest’informazione potrà essere usata per un’ eventuale trattamento laser (Argon). Come sottolineato prima è infatti di fondamentale importanza andare a colpire col laser le aree ischemiche per evitare che, a partire da queste, si formino i temutissimi neovasi.

Qual è la terapia?

Non esistono protocolli terapeutici standard nel trattamento dell’occlusione arteriosa/venosa centrale retinica; è comunque importante capire se ci siano anomalie di coagulazione ricorrendo agli esami del sangue e sottoporsi al videat cardiologico con eco-doppler dei vasi epiaortici e ad eventuali altri accertamenti.

Nel caso di un’occlusione arteriosa bisogna ricordarsi che questa è una vera e propria urgenza oculistica: se non si ripristina il flusso nel giro di qualche ora purtroppo l’occhio è destinato a diventare cieco. È di fondamentale importanza quindi recarsi immediatamente al pronto soccorso oculistico non appena si avverte un offuscamento visivo. Purtroppo nessun trattamento si è dimostrato fino ad ora efficace, ma un miglioramento si è riscontrato incidendo la cornea con fuoriuscita di umor acqueo (paracentesi immediata della camera anteriore).

Nel caso di un’occlusione venosa, invece, bisogna attendere qualche tempo prima di poter effettuare la fluorangiografia e, in base al risultato, poi sottoporsi al trattamento laser che va fatto per evitare la comparsa di nuovi vasi, complicanza assai comune che può portare al glaucoma neovascolare, con conseguente rischio di cecità. Ad oggi sono disponibili anche dei farmaci intravitreali a base di cortisone che possono aiutare a riassorbire l’edema maculare post-occlusivo che, in questi casi, spesso è presente, con risultati piuttosto incoraggianti sulla vista.

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