Studio del British Journal of Ophthalmology. Più a rischio chi trascorre molto tempo allo schermo e chi soffre di alcune patologie
Chi è che nella propria vita non ha mai avvertito secchezza oculare? Si prova una sensazione precisa, con bruciore, disagio oculare ed eventuali alterazioni della visione. Uno studio pubblicato nel 2014 dal British Journal of Ophthalmology evidenzia come questa sindrome colpisca un inglese su dieci. Anche in Corea del Sud è stata condotta una ricerca sull’argomento e si è pervenuti a conclusioni analoghe.
Lacrime sì, ma artificiali
Per combattere l’occhio secco normalmente si utilizzano sostituti lacrimali (come le lacrime artificiali): il film lacrimale è un’importante barriera che serve a proteggere la superficie oculare (la cornea) da attacchi batterici, pollini, ecc. Di notte si possono anche utilizzare gel oftalmici, che hanno una maggiore persistenza.
Alla ricerca della prevenzione
Ricercatori britannici hanno studiato un campione rappresentativo della popolazione composto da 3824 donne gemelle di età compresa tra i 20 e gli 87 anni. Sono stati inviati questionari via e-mail e, inoltre, sono state selezionate casualmente 681 gemelle, a cui sono state chieste informazioni aggiuntive sui loro sintomi oculari. Se una donna su cinque aveva avvertito secchezza negli ultimi cinque mesi (21%), al 9,6% di questo campione era stata diagnosticata la sindrome dell’occhio secco.
Le trentenni affette costituivano circa il 2,7% del campione, mentre tale percentuale arrivava al 20% tra le persone molto anziane. Non a caso l’età è uno dei fattori di rischio della secchezza oculare.
Secondo un altro studio condotto in Corea del Sud su dati relativi a 11.666 persone (età compresa tra i 19 e i 95 anni), a circa l’8% delle persone è stato diagnosticato l’occhio secco, ma in realtà la sindrome colpisce la popolazione in misura pari al 14,4% (età media: 50 anni circa nel Paese asiatico). Ci sono però fattori modificabili su cui si può intervenire per prevenire la secchezza oculare come, ad esempio, evitare di fumare o di sostare in ambienti in cui altri fumano.
Le cause dell’occhio secco
Anche se le cause dell’occhio secco non sono del tutto chiare, tuttavia si è visto che la sindrome colpisce maggiormente chi fa uso prolungato dello schermo (computer, tv, tablet e smartphone) [[soprattutto se non si fanno pause per riposare la vista]], chi è allergico e chi trascorre molto tempo in ambienti con aria condizionata. “L’operazione di cataratta, la degenerazione maculare legata all’età e il glaucoma – scrive il British Journal of Ophthalmology – sono tutti significativamente associati alla sindrome dell’occhio secco così come l’impiego delle lenti a contatto”.
In quest’ultimo caso, infatti, bisogna stare particolarmente attenti a idratare regolarmente gli occhi perché altrimenti le lenti si appiccicano alla superficie oculare. Anche malattie autoimmuni, artrite, asma allergico ed eczema sono correlati a maggiori rischi di occhio secco. Non solo, ma anche chi soffre di problemi di fertilità o di osteoartrite tende a esserne maggiormente colpito. Però la correlazione maggiore è stata scoperta con alcune sindromi di lungo corso (come l’intestino irritabile, il dolore pelvico e la fibromialgia), che tendono a provocare depressione ed emicrania, le quali sono ulteriori fattori di rischio della secchezza oculare. Anche cause psicologiche possono incidere sul modo in cui si vive questo disturbo.
Laser con cautela
Secondo quanto scrive a chiare lettere la Food and Drug Administration (FDA) – massimo organismo governativo Usa per la protezione e la promozione della salute dei cittadini americani – c’è anche la secchezza oculare tra gli effetti collaterali del laser (chirurgia refrattiva per “eliminare” la miopia o altri difetti). Analoga segnalazione fa la SOI (Società Oftalmologica Italiana) nel suo consenso informato sulla chirurgia refrattiva, pur specificando che potrebbe trattarsi di un problema temporaneo:
Per alcuni mesi dopo l’intervento potrà esserci un quadro di occhio secco che richiederà la somministrazione più volte al giorno di lacrime artificiali; questa è la complicanza più frequente per tutte le tecniche e in particolare per la LASIK; solitamente scompare del tutto o si attenua significativamente entro 1 anno dall’intervento.
Quindi, dopo l’eventuale intervento potrebbe essere necessario instillare frequentemente lacrime artificiali e fare ricorso a umettanti oculari. Comunque, a chi già soffre di occhio secco generalmente viene sconsigliato di sottoporsi all’intervento laser di refrattiva perché potrebbe ulteriormente aggravare il quadro clinico.
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Fonti principali: BJO, FDA, American Journal of Ophthalmology, BMC Res Notes, medicitalia
Pagina pubblicata il 3 settembre 2014. Ultima modifica: 16 ottobre 2018