La sindrome da occhio secco colpisce maggiormente le donne in età da menopausa. Le cause sono diverse e quasi tutte riconducibili agli ormoni, da qui l’importanza di comprendere le conseguenze di una terapia ormonale sulla vista.
La DED, malattia da occhio secco, è una sindrome multifattoriale che colpisce la superficie oculare alterandone l’omeostasi e causando disagio soprattutto nella popolazione femminile.
I sintomi principali sono debilitanti: bruciore agli occhi, sensazione di corpo estraneo e diminuzione della vista.
Secondo un articolo riportato dal US National Library of Medicine, uno studio condotto negli Stati Uniti ha dimostrato che il tasso di DED nelle donne con oltre 50 anni di età è quasi il doppio rispetto alla controparte coetanea maschile.
È stato provato che gli androgeni hanno un effetto sulla produzione e sulla funzione lacrimale, ma è meno chiara la diretta correlazione tra estrogeni, testosterone e DED.
Sia gli androgeni che gli estrogeni hanno effetti noti sulla sintesi e sui componenti del film lacrimale.
I recettori degli steroidi sessuali sono presenti nelle ghiandole di Meibomio, ossia ghiandole sebacee responsabili della produzione della componente oleosa delle lacrime. Il legame con gli androgeni determina la sintesi e la secrezione di lipidi da queste ghiandole, mentre gli estrogeni causano effettivamente una diminuzione della produzione di lipidi: per questo motivo si ritiene che un aumento dei livelli di estradiolo siano un effettivo fattore di rischio per l’occhio secco.
Ma la corretta correlazione tra i livelli ormonali e i sintomi dell’occhio secco è effettivamente poco chiara e controversa.
Sempre secondo l’articolo dell’US National Library of Medicine: “Ablamowicz et al. hanno scoperto che gli estrogeni e il testosterone erano entrambi aumentati in un gruppo di donne con occhio secco rispetto a un gruppo corrispondente senza occhio secco, ma questa differenza non era significativa. Al contrario, Gagliano et al. hanno scoperto che le donne in post menopausa con occhio secco evaporativo grave avevano livelli più bassi di estradiolo e testosterone rispetto al gruppo di controllo”.
Nell’occhio secco legato alla menopausa, il ruolo della terapia ormonale è fondamentale e può essere indicata come potenziale trattamento.
Ma la terapia ormonale sostitutiva ha riportato effetti contraddittori: si vuole comprendere, infatti, se il TOS aumenti, diminuisca o non influisca sul rischio di occhio secco. Schaumberg et al. hanno trovato che il TOS con estrogeni più progesterone ha aumentato significativamente il rischio rispetto a nessun TOS. È stato anche riportato che dosi maggiori di TOS, sia di soli estrogeni che di estrogeni più progesterone, provocano una maggiore gravità dei sintomi dell’occhio secco rispetto a dosi minori degli stessi trattamenti.
Altri studi hanno scoperto che il TOS diminuisce effettivamente i disturbi oculari e aumenta la produzione quantitativa di lacrime.
Inoltre, Jensen et al. hanno riportato che le donne che assumono da più di 5 anni il TOS hanno significativamente meno disturbi oculari e maggiore produzione di lacrime rispetto alle donne che assumono da meno tempo.
Identificare quali pazienti beneficeranno maggiormente del trattamento ormonale della DED è fondamentale per una gestione ottimale della malattia.
Diversi fattori influenzano la selezione dei pazienti: l’età e i livelli ormonali endogeni sembrano essere le considerazioni più importanti.
Infatti, si è scoperto che la produzione lacrimale nei pazienti con DED è migliorata, dopo la somministrazione ormonale, solo nei partecipanti di età inferiore ai 50 anni.
“Oltre all’età, il livello di androgeni endogeni del paziente è stato dichiarato essere un fattore determinante della risposta al trattamento. Esistono casi in cui donne con livelli di testosterone anormalmente bassi hanno sperimentato un sollievo sintomatico completo con gocce oculari agli androgeni e una terapia sistemica con testosterone. Anche gli uomini che assumono androgeni bloccanti e i pazienti con sindrome da insensibilità completa agli androgeni sono buoni candidati per la terapia con androgeni. Al contrario, i pazienti con la sindrome di Sjogren, una malattia in cui sia l’occhio secco che la carenza di androgeni sono segni distintivi, non hanno visto migliorare i sintomi con l’integrazione di androgeni in due studi separati. Anche se l’esatta relazione tra i livelli di testosterone di base e la risposta alla terapia rimane poco chiara, sembra che i pazienti con livelli endogeni anormalmente bassi abbiano maggiori probabilità di mostrare una risposta positiva”.
In conclusione, l’alterazione degli ormoni sessuali gioca un ruolo importante nella fisiopatologia della DED, ma i trattamenti ormonali sostitutivi, sia sistemici che topici, sono in evoluzione. Per questo è importante che tutti i medici o assistenti sanitari sappiano riconoscere in tempo la DED e trattarla con un intervento oftalmico quando possibili.