Il suo mancato trattamento può peggiorare la qualità della vita: da un sonno peggiore e una minore tolleranza agli schermi
Si tratta di una sindrome spesso ancora sottovalutata: è l’occhio secco, che può insorgere a ogni età ma è più frequente dopo i 40 anni. Minore tolleranza agli schermi, peggiore qualità del sonno (risveglio improvviso), difficoltà ad aprire gli occhi al mattino, arrossamento oculare, sensazione di fastidio e di bruciore agli occhi. Questi sono alcuni dei sintomi caratteristici [Secondo quanto scrive l’Asia Dry Eye Society su [The Ocular Surface l’occhio secco è una malattia oculare multifattoriale caratterizzata da un film lacrimale instabile, che causa una serie di sintomi e/o di problemi visivi, accompagnati potenzialmente da un danno alla superficie oculare]]. Esistono numerosi rimedi (lacrime artificiali, gel umettanti, ecc.), ma la sua diagnosi può giungere in ritardo. Quindi occorre consultare un oculista il prima possibile e approntare tempestivamente un’eventuale terapia [bisogna considerare anche il fatto che la sindrome dell’occhio secco può essere associata ad allergie, uso d’antistaminici, depressione e impiego d’antidepressivi, sindrome del dolore cronico, malattie atopiche (vedi [Ophthalmology nel 2016), così come a problemi tiroidei, menopausa o alterazioni del ciclo, affaticamento oculare per abuso di schermi, ecc.]], in modo da salvaguardare la qualità della vita. Tutto ciò viene evidenziato da un recente studio internazionale pubblicato sul British Journal of Ophthalmology.
Cosa si è studiato
Lo studio è stato condotto su 706 pazienti affetti da occhio secco che vivono in cinque Paesi europei: Italia, Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna. Le persone studiate avevano ricevuto una diagnosi della sindrome da un oculista professionista e non portavano lenti a contatto né instillavano sostituti lacrimali da almeno sei mesi. La ricerca, a carattere osservativo, si è basata su questionari per poter stabilire l’impatto sulla qualità della vita della secchezza oculare.
Risultati
Circa un terzo dei pazienti (218, pari al 31%) ha percepito la sindrome dell’occhio secco come una “malattia” o persino come un “handicap”, mentre il 66% l’ha classificata come un “fastidio” (discomfort). L’impatto sulla qualità della vita delle persone affette secchezza oculare è stato notevole, soprattutto quando percepito in modo negativo e in caso di diagnosi tardiva.
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Fonte principale: British Journal of Ophthalmology