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Occhio bionico, recuperate alcune capacità visive

Studiati malati di retinite pigmentosa con una protesi retinica “bionica”: la plasticità cerebrale preservata anche dopo anni di cecità

cervello-aree_attive_prima_e_dopo_impianto_protesi_retinica-fonte-plos_biology.jpgSi può “reimparare” a vedere dopo anni trascorsi nella cecità? Negli adulti la risposta è affermativa. Per diversi anni ricercatori italiani hanno studiato – nell’ambito di un progetto europeo guidato dall’Università di Pisa – sette malati di retinite pigmentosa (60 anni di media) dotati di “occhio bionico”: avevano subito un intervento chirurgico per l’impianto di una protesi elettronica collocata sopra le retina (“protesi epiretinica”). Sei di essi hanno potuto vedere nuovamente qualcosa (ad esempio luci, linee, grandi scritte e sagome).

Procedura

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Come hanno fatto gli studiosi a capire quanto si fossero riattivati i circuiti neuronali della visione? Con la risonanza magnetica funzionale hanno misurato l’apporto di sangue alle diverse aree cerebrali grazie ai livelli di ossigeno registrati.

Allenandosi opportunamente a vedere (riabilitazione visiva specifica) col campo visivo centrale (una ventina di gradi) le persone sono state in grado di recuperare almeno in parte le loro capacità visive (in bassa risoluzione, in scale di grigio e per flash successivi).

I ricercatori su Plos Biology scrivono:

Dimostriamo che la corteccia visiva degli adulti riesce a mantenere un grado di plasticità ed è capace di riorganizzare la sua risposta per elaborare nuovi input anormali dopo molti anni di deprivazione [sensoriale] in età adulta. Una più intensa risposta di tipo BOLD [Blood Oxygen Level Dependent ossia dipendente dai livelli di ossigeno che arrivano alle diverse zone del cervello a seconda del flusso emodinamico] richiede, per manifestarsi, molto tempo di addestramento intensivo, essendo maggiore in quei soggetti che sfruttano il dispositivo protesico più intensamente e per un tempo prolungato.
I nostri dati dimostrano che il training con l’Argus II dà luogo a più miglioramenti di quanto osservato precedentemente.

La nuova pubblicazione scientifica si colloca in un orizzonte più ampio di un progetto europeo quinquennale (2014-2018) nel campo delle neuroscienze cognitive: s’intitola “Plasticità sensoriale precoce e adattabilità corticale negli adulti”. Coinvolge, tra gli altri, l’Università di Firenze (Azienda ospedaliero-universitaria Careggi-Oculistica), l’Ateneo di Oxford, il CNR, la Fondazione Stella Maris, l’Ospedale pediatrico Meyer. Il progetto è guidato dall’Università di Pisa (Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia).

Scrivono gli autori dell’articolo scientifico su Plos Biology:

Per quanto è a nostra conoscenza si tratta del primo studio che monitora i cambiamenti neuronali nelle aree visive dei pazienti dopo l’impianto retinico, rivelando una capacità di risposta agli input visivi ripristinati dopo anni di deprivazione [visiva].

Fonti: Castaldi E, Cicchini GM, Cinelli L, Biagi L, Rizzo S, Morrone MC (2016), “Visual BOLD Response in Late Blind Subjects with Argus II Retinal Prosthesis”, PLoS Biol. 14(10): e1002569. doi:10.1371/journal.pbio.1002569; Pisa Vision Lab

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