Se si mangia con gli occhi
Una tavola rotonda su alimentazione e vista con oculisti e biologi nutrizionisti all’Expo di Milano
Riflettori puntati sulla tavola. Un cibo sano contribuisce alla nostra salute, a partire dalla vista. Proprio di alimentazione e problemi oculari hanno parlato gli esperti riuniti a Milano il 23 luglio 2015 nell’ampia cornice dell’Expo, di fronte a una nutrita platea composta principalmente da anziani.
La dieta mediterranea, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, può ad esempio aiutare a prevenire alcune patologie oculari. La tavola rotonda “Mangiare sano per vedere a lungo” è stata organizzata dall’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus, insieme alla Federazione nazionale Pensionati Cisl, nello spazio della Società civile di Cascina Triulza (Expo). Qui gli esperti si sono confrontati, documentando lo straordinario e sorprendente legame tra alimenti e salute oculare.
“La vista – ha affermato il Presidente della IAPB Italia onlus, l’avv. Giuseppe Castronovo – è il simbolo della salute dell’uomo perché garantisce autonomia e libertà. L’allungamento della vita sta portando sempre più anziani a essere colpiti da degenerazione maculare legata all’età e retinopatia diabetica . Per questo il nostro obiettivo è diffondere una cultura della prevenzione”.
Più prevenzione, meno malattie oculari
Le malattie non guardano in faccia a nessuno. L’unica maniera per prevenirle è ovviamente recarsi periodicamente da una specialista, in questo caso l’oculista. Trascurarsi prima significa spesso doversi curare in un secondo momento. Anche il cibo può aiutare: mangiare pesce, verdure a foglia larga, mirtilli, carote può contribuire a mantenere una buona vista, innanzitutto proteggendo la retina.
Allerta glaucoma
La seconda causa di cecità al mondo è il glaucoma , che è però la prima causa irreversibile di perdita della vista. Questa malattia è subdola perché spesso non presenta sintomi; per questo è detta il “ladro silenzioso della vista”. Dunque bisogna periodicamente misurare la pressione oculare, che non deve essere eccessiva, altrimenti si verificano danni irreparabili alle cellule del nervo ottico e il campo visivo si riduce fino a diventare “a cannocchiale” arrivando, nei casi estremi, alla cecità. Lo ha messo in evidenza il prof. Leonardo Mastropasqua, Direttore del Centro regionale di eccellenza in oftalmologia dell’Università di Chieti-Pescara G. D’Annunzio.
Alimentazione corretta non sostituisce terapie
“L’alimentazione corretta è importante, ma non è comunque sostitutiva delle terapie”, ha dichiarato Anna Villarini, biologa nutrizionista dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano. Oggi, ha evidenziato la specialista, i grassi animali vanno evitati mentre un tempo erano di migliore qualità. È, invece, opportuno privilegiare il pesce, che contiene i celebri Omega-3 (protettivi della macula, il centro della retina).
Occhio al sole e niente fumo
Tra i consigli utili del prof. Francesco Bandello, Direttore della Clinica Oculistica del San Raffaele di Milano, c’è quello di smettere di fumare e di evitare un’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti senza protezioni. Insomma, bisogna mettersi gli occhiali da sole dotati di filtri a norma di legge. Altra buona norma è quella di proteggersi gli occhi se si fanno lampade solari che, comunque, sarebbe meglio evitare ( leggi notizia ). Comunque rimanere al sole troppo a lungo senza occhiali scuri è uno dei fattori di rischio sia dell’ AMD che della cataratta .
Guardare la riabilitazione
La riabilitazione visiva è importante per gli ipovedenti perché consente di migliorare la qualità della vita (restituendo la fiducia perduta nelle proprie capacità). È quanto ha sostenuto il prof. Alfredo Reibaldi, già Direttore della Clinica Oculistica dell’Università degli studi di Catania e Direttore scientifico del Polo Nazionale presso il Policlinico A. Gemelli di Roma. L’incontro è stato moderato da Nicoletta Carbone, giornalista di Radio 24-Il Sole 24 Ore. >
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Link utile: sito ufficiale di Expo Vedi anche: pagine del Ministero della Salute sull’Expo