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Nuovi trattamenti per l’AMD umida

196 milioni di persone nel 2020 soffriranno di degenerazione maculare legata all’età. Al momento ci sono diverse opzioni terapeutiche allo studio per somministrare anti-VEGF in maniera alternativa alle iniezioni.

La  degenerazione maculare legata all’età (DMLE o AMD) è una malattia retinica che provoca una riduzione della funzionalità della zona centrale della retina – la macula – fino a una perdita della visione centrale. Questa patologia, che colpisce principalmente i soggetti con più di 65 anni, rappresenta una tra le prime, se non, la prima causa di cecità e di ipovisione nel mondo occidentale e [1]. Il fenomeno è legato al processo di invecchiamento dell’occhio, per cui la macula si altera sino a perdere le sue caratteristiche. Ciò è dovuto alla morte delle cellule retiniche, che può essere lenta e progressiva, oppure più rapida e drammatica. In Italia, si stima colpisca circa un milione di individui, di cui 200.000-300.000 presentano la forma avanzata[2].

Nel 2020, si prevede che circa 196 milioni saranno ammalate di degenerazione maculare legata all’età: una cifra destinata a crescere con l’invecchiamento demografico, soprattutto, nei Paesi di maggior benessere.

Ancora oggi non esistono trattamenti per la forma più comune, nota come AMD secca e diffusa nell’80% dei casi.

Si può invece trattare con le iniezioni anti-VEGF la AMD umida, la forma meno frequente ma anche la più invalidante. Il trattamento continuativo a base di iniezioni intravitreali di questi farmaci – una classe di molecole che agisce inibendo la proliferazione dei nuovi vasi sanguigni – sta dimostrando la sua efficacia[3].

Un’alternativa alle iniezioni oculari è rappresentata dalla terapia genica. L’obiettivo è fornire un trattamento che aiuti l’occhio “a produrre il proprio medicinale anti-VEGF” [4]. Questo viene fatto inserendo un virus innocuo che trasporta il gene anti-VEGF nel DNA delle cellule dell’occhio.

Gli scienziati stanno testando due approcci diversi: una prima terapia che richiede una singola iniezione sotto la retina, una seconda che può essere iniettata nell’occhio direttamente in ambulatorio.

Il sistema “port delivery” (PDS), invece, si propone come un piccolo dispositivo ricaricabile che immagazzina medicinali anti-VEGF. La porta, di piccolissime dimensioni, viene impiantata nella parete dell’occhio durante una procedura chirurgica. Il PDS rilascia continuamente farmaci anti-VEGF negli occhi[5].

Una forma di compresse orali di medicinale anti-VEGF è infine al vaglio di studi clinici: il farmaco può eliminare o ridurre la necessità di iniezioni oculari.


[1]  https://iapb.it/fileutente/file/AMD-opuscolo-2014-IAPB_Italia_onlus-ok.pdf

[2] Ibidem

[3] https://www.repubblica.it/dossier/salute/retina-in-salute/2019/10/17/news/proteggere_la_retina_salvare_la_vista_di_chi_soffre_di_maculopatia_senile-238827000/

[4] https://www.aao.org/eye-health/tips-prevention/promising-new-treatments-amd

[5] https://www.aao.org/newsroom/news-releases/detail/easier-potentially-more-effective-treatment-blindi

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