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Avvertenza grafica: il fumo può causare una morte lenta e dolorosa

Non fumatevi il cervello

Il 31 maggio si è celebrata la Giornata mondiale senza tabacco voluta dall’Oms e sostenuta anche dalla IAPB Italia onlus

Il 31 maggio ricorre la Giornata mondiale senza tabacco voluta dall’Oms. Infatti, secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite il fumo è la seconda causa di morte al mondo: fa perdere la vita a un adulto su dieci. Non solo, ma può anche far perdere la vista, principalmente perché è tra i principali fattori di rischio della degenerazione maculare legata all’età (AMD , prima causa di cecità in Occidente).

L’argomento principale della Giornata celebrata nel 2009 sono state le avvertenze sanitarie stampate sui pacchetti (Tabacco Health Warnings). Queste avvertenze illustrate già sono in uso in una Avvertenza grafica: il fumo può causare una morte lenta e dolorosadozzina di Paesi, tra cui l’Inghilterra (in seguito saranno introdotte anche in Italia, ndr).

Abbiamo in mano la soluzione contro l’epidemia del tabacco a livello mondiale – ha affermato Margaret Chan, Direttrice Generale dell’Oms – che minaccia la vita di un miliardo di uomini, donne e bambini nel corso di questo secolo.

La prima Giornata mondiale contro il fumo – prima causa prevenibile di malattie – venne celebrata nel 1987. Nel 2008 è stata dedicata principalmente a una giovinezza libera dal tabacco e dalla pubblicità ingannevole nel settore. In ogni caso, levatevi il fumo dalla testa: fa male anche agli occhi! fumatrice

Qual è il ruolo dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità?
Tale campagna Oms è condivisa e sostenuta attivamente dalla IAPB Italia onlus (Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità), che cerca di scoraggiare il consumo di tabacco, concentrandosi sulle patologie che provocano danni alla vista.

Cosa ha fatto la IAPB Italia onlus?
L’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità ha portato avanti con convinzione, già il 30 maggio del 2006, la Smoking and blindness campaign (“Campagna sul fumo e sulla cecità”) condotta a Bruxelles, la città dove sono presenti diverse istituzioni dell’Unione europea. Questa iniziativa, a cui ha Campagna antifumo a Bruxellespartecipato anche il presidente della IAPB Italia onlus, l’avv. Giuseppe Castronovo, ha avuto come obiettivo principale la revisione degli warnings sui prodotti del tabacco: anche per questa ragione oggi in Italia si legge la frase: “Il fumo aumenta il rischio di cecità”.

Che conseguenze può avere il fumo a livello oculare?

E’ stato dimostrato che esiste una correlazione stretta tra il consumo di tabacco e l’AMD, una malattia che colpisce la zona centrale della retina (macula) e si manifesta nelle prime fasi con una distorsione delle immagini. Secondo studi scientifici in chi fuma la probabilità di essere colpiti dalla degenerazione maculare legata all’età è almeno doppia rispetto ai non fumatori. Dunque, il fumo può rendere ciechi; senza considerare che può provocare irritazioni oculari anche in chi si trovasse nello stesso ambiente dove altri fumano.

Quante persone consumano tabacco?
E’ noto che circa la metà di chi fuma regolarmente – oltre 650 milioni di persone – potrebbe essere vittima delle spire del fumo. Altrettanto preoccupante è il fatto che decine di migliaia di persone che non hanno mai aspirato una sigaretta siano danneggiate dal fumo passivo. Solo in Italia è stato stimato che il fumo mieta almeno 90.000 vittime l’anno, soprattutto a causa dei tumori. Inoltre dati Istat dimostrano come l’età della prima sigaretta si sia abbassata notevolmente: la percentuale di adolescenti che hanno iniziato a fumare prima dei 14 anni è cresciuta del 60% tra il 2000 e il 2005.

Complessivamente in Italia è cresciuto il numero dei fumatori complessivo (per la prima volta dopo sei anni). Se fino allo scorso anno, infatti, si assisteva ad un declino costante, seppur lieve, quest’anno si registra un aumento di 3,4 punti percentuali (soprattutto tra le donne). Un aumento a cui corrisponde una diminuzione degli ex fumatori, passati dal 18,4 del 2008 al 14,6% del 2009. Non si registra, invece, un incremento delle vendite di tabacco, che anzi sono calate nel 2008 dello 0,9%. Rimane stabile, infine, il numero medio di sigarette fumate quotidianamente: sono 14. [[Lo ha rilevato un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), condotta in collaborazione con la Doxa, l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori]].

Da quando vige il divieto di fumare nei locali pubblici?

Nel nostro Paese, a partire dal 10 gennaio 2005 è entrato in vigore il divieto di fumare in tutti i locali chiusi se non in aree appositamente riservate (ai sensi dell’art. 51 della legge del 16 gennaio 2003 sulla “Tutela della salute dei non fumatori”). Gli sforzi per ridurre il numero di coloro che fumano e per proteggere la società dagli effetti nocivi del fumo attivo e passivo hanno conquistato sempre più consensi in Italia, nell’Unione europea e nel resto del mondo.

Da quando si fa uso di tabacco in Occidente?
La cattiva abitudine di masticare tabacco e di fumarlo risale, nei Paesi occidentali, alla scoperta dell’America. Il Visione di malato di AMD (stadio avanzato)vizio si propagò rapidamente tra i marinai dopo il 1492 e, in seguito, si diffuse su ampia scala.

Consulta l’elenco dei centri antifumo in Italia ripartiti per Regione

Fonti: Oms (Who), Istituto Superiore di Sanità

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