L’esperienza anglosassone che può ridurre le liste di attesa e favorire telemedicina e FSE
Di Roberto Perilli, Dirigente responsabile UOS Oculistica territoriale ASL Pescara
La riduzione delle liste di attesa per le visite ambulatoriali è un grande obiettivo della sanità italiana. La scelta è tra aumentare l’offerta e razionalizzare la domanda. Per molte ragioni, si tende a sposare la prima opzione ma, in seguito ad una attenta analisi, pare essere la seconda opzione ad offrire migliori risultati sul lungo periodo.
Il nocciolo della questione è: è immaginabile un modello al quale gli specialisti territoriali possano attingere per ottimizzare la calendarizzazione delle visite successive al primo accesso?
Le visite (periodiche di prevenzione, o scadenzate di approfondimento e follow up) attualmente vengono spesso fissate ad intervalli definiti. In oculistica, per esempio, la visita successiva è, generalmente, consigliata dopo un anno se al termine della visita attuale non ci sono problemi attivi, o se ce ne sono di sostanzialmente prevedibili nel loro decorso (presbiopia, cataratta iniziale ad esempio). Se questa impostazione, sulla carta, offre le migliori garanzie al cittadino, nella realtà eccede la capacità del sistema di erogare prestazioni, facendo sì che spesso chi ha realmente bisogno, o voglia semplicemente fare prevenzione, venga penalizzato: è facile immaginare come, se ad ogni paziente viene consigliato di tornare dopo un anno, il calendario dell’anno successivo e di tutti quelli a venire sarà occupato sempre dalle stesse persone.
Ci sono molti casi in cui le persone possono essere visitate dopo diversi anni senza rischio. Ma come accertarlo?
Il “Needs Assessment” è una disciplina anglosassone che combina tipologia ed età dei pazienti, epidemiologia e storia naturale delle malattie e distribuzione dei servizi diagnostico-terapeutici offerti. La considerazione simultanea di aspetti complementari fa sì che, mentre i pazienti con patologie acclarate debbano essere instradati su percorsi dettati da apposite linee-guida, possibilmente in centri super-specialistici e con metodiche moderne, quelli sani che si sottopongano a visite preventive o per problemi non strettamente patologici possano accedere al SSN con periodicità differenti, ovviamente anche superiori ad un anno. Peraltro, la norma (PNGLA, Piano Nazionale per il Governo delle Liste di Attesa) già prevede che, in caso di insorgenza di un problema durante il periodo intercorrente fino alla visita successiva, il Medico di Medicina Generale possa inviare il paziente a visita mediante impegnativa con classe di priorità (i cui parametri sono stati recentemente rivisti da AGENAS con la pubblicazione del Manuale RAO).
Questo è un orizzonte dal quale partire per affrontare il problema delle liste d’attesa da un altro punto di vista: quello di razionalizzare la domanda delle prestazioni specialistiche oltre che puntare unicamente all’aumento dell’offerta.