Nati topi da staminali riprogrammate Le cellule adulte della pelle di una cavia sono state ‘ringiovanite’ sino a generare un embrione. In futuro potranno essere usate per rigenerare la retina 29 luglio 2009 – Sono nati i topi ‘fotocopia’: la particolarità di questi cloni è che sono stati generati facendo ringiovanire le cellule della pelle di un topo adulto, che sono in questo modo tornate staminali. Questa tecnica di riprogrammazione genetica, pur non esente da rischi (soprattutto quello di contrarre tumori), potrebbe in futuro consentire di fare a meno delle staminali ottenute da cellule embrionali (il cui uso, anche per scopi scientifici, è comunque vietato in Italia). Ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze, che hanno pubblicato un articolo su Nature, hanno sciolto le ambiguità riguardo alle potenzialità delle iPS (tecnicamente ‘cellule staminali indotte pluripotenti’, ossia cellule ringiovanite che, sviluppandosi, possono generare più tessuti). Il primo a crearle è stato nel 2006 Shinya Yamanaka (Università di Kyoto, Giappone); ma finora non era mai stato fatto nascere un intero essere vivente, un vero e proprio figlio della genetica. L’embrione ottenuto con staminali adulte riprogrammate è stato impiantato nell’utero di un topo femmina, che ha poi partorito i topolini clonati. Secondo il Times on-line , “se la tecnica dovesse essere ripetuta con gli esseri umani potrebbe offrire la prospettiva di una
Fonte illimitata di cellule staminali dell’individuo stesso (evitando il rischio di rigetto, ndr) e potrebbero essere impiegate per trattare malattie come il Parkinson, la paralisi e il diabete”. Ciò è possibile sfruttando quattro geni attivatori, che fanno scattare degli ‘interruttori’ contenuti nel Dna, riportando indietro le lancette dell’orologio biologico. Il vantaggio è che, prelevando una cellula di qualunque tessuto adulto e riprogrammandola geneticamente, si possono ottenere staminali che fungono da piccoli ‘pezzetti di ricambio’. Ad esempio, si possono ricavare cellule nervose che – in futuro – potrebbero consentire di riparare la retina; ma attualmente le ricerche sono in corso perché non si è ancora giunti a questo risultato il quale, comunque, oggi suona certamente meno fantascientifico. Leggi l’intervista sulle “Staminali riprogrammate contro la cecità“ (da Oftalmologia sociale, n. 2 del 2009)
Fonti: Times, Nature, Oftalmologia sociale .