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Museo Omero: 30 anni di cultura e inclusione

Un’istituzione italiana riconosciuta in tutto il mondo. La storia del Museo tattile statale Omero di Ancona è fatta di arte, inclusione, accessibilità e unicità

Visitare i musei, a volte, può essere un’esperienza tanto emozionante quanto limitante. Questo perché nella maggior parte dei musei dnel mondo, toccare le opere con le mani non è permesso, limitando l’esperienza alla sola visione.

Uno scenario che sicuramente penalizza alcune categorie di persone, come  i coniugi non vedenti Aldo Grassini e Daniela Bottegoni, che partendo da questo ostacolo hanno deciso di creare un’esperienza museale completamente diversa: quella di dar vita al primo museo tattile al mondo. Un luogo di fruizione culturale, accessibile a tutti e inclusivo, specialmente per chi possiede disabilità visive. Nel 1993 nasce ufficialmente il Museo Omero ad Ancona, uno dei pochi musei tattili al mondo. La scelta del nome non è stata casuale poiché il presunto autore dell’Iliade e dell’Odissea, secondo quanto tramandato, era affetto da cecità.

Il concept si basa sulla tattilità come elemento estetico che arricchisce l’esperienza di fruizione artistica. Infatti, il toccare le opere d’arte permette di scoprirne aspetti che potrebbero sfuggire all’osservazione visiva, come la consistenza e la forma. La tattilità è dunque cruciale per questa esperienza.

Il 29 maggio 2023 il Museo Omero spegnerà ben trenta candeline. Un grande traguardo, che celebra anni e anni di cultura, accessibilità a trecentosessanta gradi e bellezze da poter ammirare con gli occhi e con le mani. Il Museo Omero permette di fare esattamente ciò che Aldo e Daniela avevano sempre sognato: tutte le opere al suo interno (circa 200), possono essere toccate ed esplorate con le dita in ogni dettaglio.

Il museo, che ad oggi conta circa 200 opere, è ospitato in un’ala della Mole Vanvitelliana (o Lazzaretto) all’interno di in un edificio storico del XIV secolo, situato su un’isola artificiale nel porto di Ancona.

All’interno sono presenti diverse sale dedicate ai differenti periodi storici: arte greco-romana, arte romanico-gotica, arte rinascimentale e arte contemporanea. Ogni opera è accompagnata da una scheda descrittiva in braille per permettere anche ai non vedenti di scoprirne le caratteristiche e l’origine. Calchi di copie in gesso e resina convivono con splendidi modellini architettonici. Tra le tante riproduzioni di opere presenti i indiscutibile bellezza, è la Pietà di Michelangelo l’opera di cui Aldo Grassini va più fiero.

In una recente intervista rilasciata a Il Post, Grassini ha raccontato come l’attuale replica sia stata frtto di diverse revisioni, proprio per poter ottenere un materiale che somigliasse il più possibile al marmo, per poter restituire una esperienza il più ayutentica possibile. “Il rumore che facevano le mie mani passando sopra alla superficie mi dava l’impressione sbagliata –  si legge nell’intervista a Il Post.

Quindi abbiamo deciso di commissionare una copia fatta di un altro materiale, E abbiamo aumentato molto lo spessore. Ora toccandola sembra veramente di toccare il marmo. Specialmente d’inverno».

Il Museo tattile statale di Ancona rappresenta ancora oggi un esempio di inclusione culturale a livello nazionale e internazionale, sensibilizzando la società alla necessità di nullificare le barriere culturali e alla valorizzazione della bellezza dell’arte. Il museo Omero è un luogo dove la tattilità diventa un nuovo modo di vivere l’arte e dove la disabilità può divenire una risorsa. Nonostante i 30 anni dalla sua nascita, la sua nobile missione è più attuale che mai.

Fonte: IL POST

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