Multivitaminici riducono il rischio di cataratta del 9% Studio condotto negli Stati Uniti su oltre 14 mila maschi per 15 anni 28 febbraio 2014 – Le vitamine “illuminano“ la vista. Fondamentale è seguire una dieta varia, particolarmente ricca di frutta e verdura (nonché di omega-3 e omega-6 contenuti soprattutto nel pesce). Tuttavia i complementi alimentari possono contribuire alla salute oculare: assumendoli quotidianamente si riduce il rischio di cataratta del 9%. È questa la conclusione a cui è pervenuto un vasto studio condotto negli Stati Uniti per 15 anni su 14.641 maschi dai 50 anni in su. I volontari (tutti medici) sono stati divisi in due gruppi: metà di essi hanno assunto solo placebo mentre gli altri complementi alimentari efficaci. “Se i multivitaminici riducono veramente il rischio di cataratta […], persino questa piccola diminuzione avrebbe un enorme impatto sulla salute pubblica”, ha affermato William Christen, che ha diretto la ricerca condotta presso la Harvard Medical School . Infatti, solo negli Usa si stima che vivano circa 10 milioni di persone che vedono male a causa della cataratta. L’opacizzazione del cristallino può, quindi, essere prevenuta o ritardata almeno in una certa misura. Naturalmente, tuttavia, non è bene abusare dei complementi, ma bisogna seguire i dosaggi di vitamine raccomandati. La persona con cataratta tipicamente è anziana, vede offuscato e lamenta abbagliamento. La sostituzione del cristallino divenuto opaco – che viene frantumato con gli ultrasuoni e poi aspirato – avviene con una piccola lente artificiale che viene inserita nell’occhio. Tuttavia i paesi di sviluppo generalmente non hanno le risorse necessarie per effettuare tale operazione chirurgica considerata di routine nei Paesi più avanzati. Secondo l’Istat la cataratta colpisce in Italia l’8,5% della popolazione tra i 70 e i 74 anni, il 12,4% nei cinque anni successivi e il 17,1% di chi supera gli 80 anni. Stando all’Oms è la prima causa al mondo di cecità e di ipovisione (anche se quasi sempre operabile). Ad abbassare il rischio di essere colpiti è anche l’esercizio fisico regolare.
Fonti principali: Ophthalmology, Istat