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Movimenti oculari

Movimenti oculari e tatto: uno stretto legame

Una ricerca della New York University rivela la connessione tra i movimenti oculari involontari, noti come microsaccadi e la percezione tattile.

Piccoli movimenti oculari possono essere utilizzati come indice della capacità umana di anticipare le informazioni rilevanti nell’ambiente, indipendentemente dalla modalità “sensoriale” delle informazioni. È questa la scoperta dello studio di un team di scienziati della New York University[1], che ha messo in evidenza la connessione tra i movimenti degli occhi e il senso del tatto: “Questa connessione – ha spiegato Stephanie Badde, ricercatrice della New York University e prima autrice dello studio – rivela un legame sorprendente tra percezione, cognizione e azione”[2].

Nello studio è stato chiesto ai partecipanti di distinguere tra due tipi di vibrazioni – “veloce” ad alta frequenza, oppure “lenta” a bassa frequenza – prodotte da un dispositivo collegato al dito. I ricercatori hanno quindi rintracciato il più piccolo dei movimenti oculari involontari, noti come microsaccadi, ovvero rapidi movimenti degli occhi che si verificano anche quando proviamo a fissare lo sguardo su un punto. Ai partecipanti è stato chiesto di focalizzare la propria visione su un punto di fissazione sullo schermo di un computer, mentre un segnale – un tocco suscitato dal dispositivo al dito – annunciava la vibrazione imminente.

I ricercatori hanno quindi manipolato la prevedibilità temporale dell’evento tattile usando appositi segnali tattili che hanno preceduto l’evento ad intervalli di tempo costanti o variabili. È stato così scoperto che le microsaccadi vengono inibite prima dell’evento tattile e più per intervalli costanti che variabili, rivelando uno stretto legame tra aspettativa temporale tattile e azione oculomotoria. In particolare, i ricercatori hanno scoperto non solo come i tassi di microsaccade dei partecipanti diminuivano appena prima dello stimolo vibrazionale, ma anche come la loro capacità di distinguere tra vibrazioni veloci e lente fosse potenziata dalla loro soppressione.

“Il fatto che piccoli movimenti oculari – ha commentato Marisa Carrasco, Professore di Psicologia presso la New York University – possano ostacolare la nostra capacità di discriminare gli stimoli tattili e che la soppressione di tali movimenti prima di uno stimolo tattile anticipato possa migliorare quella stessa capacità, può riflettere che le aree cerebrali comuni, nonché le comuni risorse neuronali e cognitive, sono alla base sia dei movimenti oculari che della processazione degli stimoli tattili”[3].


[1] S. Badde et al., Oculomotor freezing reflects tactile temporal expectation and aids tactile perception, in “Nature Communications”, n. 11, Luglio 2020, pp. 1-9.

[2] https://medicalxpress.com/news/2020-07-scientists-eyes.html

[3] Ibidem.

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