Buoni i risultati fino a tre anni nelle persone con nuovi vasi sottoretinici trattate con bevacizumab
25 giugno 2012 – Una migliore acuità visiva e un rischio ridotto di complicazioni legate ai nuovi vasi sottoretinici. Questi buoni risultati sono stati ottenuti dopo due o tre anni nei miopi colpiti da una proliferazione di vasi indesiderati nello strato più esterno chiamato coroide grazie a iniezioni praticate nel bulbo oculare (intravitreali antiangiogeniche di una molecola indicata col nome di bevacizumab).
L’acuità visiva è passata in media, a tre anni, da 30 a 45 lettere (usando la tavola ETDRS qui riportata). I risultati migliori sono stati ottenuti sui soggetti più giovani. Grazie anche al ricorso a esami quali l’OCT e l’angiografia con fluoresceina si è constatato che i pazienti trattati avevano una retina più sana sia funzionalmente che anatomicamente.
Lo studio, pubblicato sul British Journal of Ophthalmology[[Riferimento bibliografico: Magda Gharbiya, Filippo Cruciani, Francesco Parisi, Giovanni Cuozzo, Simona Altimari, Solmaz Abdolrahimzadeh, “Long-term results of intravitreal bevacizumab for choroidal neovascularisation in pathological myopia“, Br J Ophthalmol doi:10.1136/bjophthalmol-2012-301639]], è stato condotto presso l’Università Sapienza di Roma.
Vedi anche: retinopatia miopica
Fonte: BJO