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Miopia, individuata origine genetica

Miopia, individuata origine genetica Il vizio refrattivo più comune ha una base nel Dna 15 settembre 2010 – Osservare sempre più da vicino il Dna non è solo una metafora. Sembra che sia stata individuata un’origine genetica della miopia: sarebbe imputabile a una zona ben precisa del genoma chiamata 15q25. L’ipotesi è suffragata da un’ampia statistica: i ricercatori del Duke University Medical Center (Usa), con la collaborazione del King’s College di Londra, hanno analizzato varianti genetiche alla ricerca della

Fonte del vizio refrattivo in 4.270 individui, estendendo poi lo studio ad altre 13.414 persone in soggetti miopi del Regno Unito, dei Paesi Bassi e dell’Australia. In sostanza si sta cercando di capire quale sia l’origine del meccanismo molecolare responsabile del difetto visivo più comune. Gli studiosi arrivano a scrivere su Nature Genetics che la riduzione della capacità dell’occhio di mettere a fuoco è un’importante causa di problemi visivi ed “è un tratto fortemente ereditario”. Per poter capire l’esatto ruolo di un gene, chiamato RASGRF1 ­- fortemente espresso nei neuroni e nella retina e fondamentale per il loro funzionamento e per il consolidamento della memoria visiva ­­-, sono state create cavie da laboratorio che ne erano prive: così si è osservato, ad esempio, che il funzionamento del loro cristallino era alterato. Solo negli Stati Uniti si stima che una persona su tre sia miope, mentre la percentuale tocca l’80% a Singapore. In precedenti studi è stato osservato che anche lo stile di vita incide sulla miopia: i bambini che trascorrono molte ore al giorno all’aria aperta tendenzialmente sviluppano meno il vizio refrattivo. Esistono, comunque, tra gli adulti casi di miopia patologica, pari al 2-3% dei casi, che possono portare nei casi più gravi al distacco di retina, al glaucoma e al sanguinamento della macula (zona centrale della retina), con connesso rischio di cecità.

Fonti: Nature Genetics, Duke University Medical Center. Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2010.

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