Uno studio australiano mostra che le prestazioni di guida dei pazienti migliorano significativamente dopo l’intervento chirurgico, rendendo più sicura la guida nel 48% dei casi.
Nello studio [1] di alcuni ricercatori australiani, che hanno utilizzato un simulatore di guida per testare la vista dei pazienti prima e dopo intervento chirurgico per cataratta, emerge un dato abbastanza netto: le situazioni al limite e gli incidenti stradali sono diminuiti del 48% dopo l’operazione. Lo studio è stato presentato a San Francisco al Congresso dell’American Academy of Ophthalmology.
Il Dott. Jonathon e i colleghi dell’Università dell’Australia Occidentale hanno testato le prestazioni di guida di 55 pazienti candidati all’intervento per cataratta. Il simulatore di guida ha preso in esame alcune variabili: i limiti di velocità regolati, la densità del traffico, gli incroci non controllati e gli attraversamenti pedonali. I pazienti sono stati sottoposti al test prima e dopo l’intervento sia al primo che al secondo occhio (in genere viene operato prima quello che presenta la cataratta più ‘densa’). Dopo la prima operazione, è stato dimostrato che gli incidenti stradali ed il verificarsi di situazioni limite sono diminuiti del 35%, mentre dopo il secondo intervento il loro numero è sceso ancora di più, arrivando ad una riduzione del 48%.
Secondo gli autori dello studio, l’acuità visiva
misurata con le tavole optometriche rappresenta un esame importante per
definire l’idoneità alla guida di una persona, ma restituisce una valutazione che
risulta incompleta. Questi risultati
dimostrano, invece, come la chirurgia in questo caso risulti fondamentale per
ottenere sia una migliore sensibilità al contrasto che una migliore visione
notturna: fattori che, insieme, migliorano il livello complessivo di sicurezza
del conducente su strada.
[1] Agramunt S., Meuleners L. B., Fraser M. L., Chow K. C., Q. Ng. Jonathon, Raja V., First and second eye cataract surgery and driver self-regulation among older drivers with bilateral cataract: a prospective cohort study, in “BMC Geriatrics”, n. 18, Issue 1, 2018.