Li Wenliang il medico cinese divenuto famoso per aver denunciato tra i primi la nuova epidemia era un oculista. Perché? Cosa significa per la salute quotidiana degli occhi?
Il recente rapporto del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie della Cina (CCDC) ha pubblicato il primo studio sul nuovo coronavirus – il SARS-CoV-2, nella nomenclatura corretta – che ha colpito la parte centrale del Paese. Il Virus ha comportato sintomi moderati nell’81 per cento dei 44mila casi monitorati dallo studio, con un tasso di mortalità del 2,9 per cento nella regione epicentro dell’epidemia – Hubei e il suo capoluogo Wuhan – e dell’0,4 per cento nel resto della Cina.
La maggior parte dei morti erano persone già immunosoppresse, ma non tutte. Una delle – finora – più di 1800 vittime e probabilmente la più famosa è il medico Li Wenliang, che denunciò tra i primi l’insorgenza di una nuova malattia: venne richiamato ufficialmente dalla polizia per aver diffuso notizie allarmistiche e morì, il 6 febbraio scorso, dopo aver contratto il virus egli stesso.
Li Wenliang è divenuta una figura simbolica, sia come medico coraggioso che come vittima di un sistema di governo non liberale che ha ostacolato la diffusione delle prime informazioni riguardo la malattia.
Quello che si dice meno spesso è che Li Wenliang era un medico oculista.
Perché, dunque, ha avuto a che fare con l’infezione?
La risposta l’ha data il Dottor Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmologica italiana: “Gli occhi e in particolare la congiuntiva sono la diretta porta di ingresso per il coronavirus che viene poi trascinato, tramite le vie di deflusso delle lacrime, all’interno del naso e della gola. Il virus – ricorda Piovella – è trasmesso principalmente con modalità aerosol dalle goccioline della saliva e contagia le vie respiratorie, ma soprattutto e direttamente la mucosa congiuntivale”. La congiuntivite virale, inoltre, è un sintomo precoce della malattia.
In pratica, gli occhi possono essere la porta di ingresso di virus e batteri nell’organismo.
Siccome, il meccanismo di infezione delle congiuntive è lo stesso in molte malattie o congiuntiviti (grazie o meno gravi), la SOI consiglia in maniera molto rigorosa di non toccarsi gli occhi con le mani prima di averle lavate e di lavarsele spesso. Questa precauzione diventa un obbligo categorico in caso sia stati sottoposti ad intervento chirurgico quale la cataratta.
Per la stessa ragione l’indicazione SOI (e anche della American Academy of Ophthalmology) agli oculisti è di utilizzare guanti, mascherina e occhiali protettivi nel visitare pazienti con congiuntivite e/o febbre. Si ribadisce poi la necessità di utilizzare – negli studi e negli ambulatori – erogatori d’acqua per il lavaggio delle mani a fotocellula (che devono sostituire i tradizionali rubinetti), provvedendo anche alla disinfezione più volte nell’arco della giornata dei Servizi a disposizione del Personale e del Pubblico.
Va ripetuto che non c’è emergenza alcuna in Italia riguardante il nuovo virus che ha colpito la Cina.
Ma il comportamento di quel virus – come di tantissimi altri – ci ricorda quanto sia importante avere cura degli occhi e quanta differenza possano fare poche e semplici misure di precauzione.
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