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Le infiltrazioni intravitreali hanno effetti collaterali sulla funzione renale?

Secondo uno studio condotto dall’Università della Pennsylvania, le infiltrazioni VEGF non sono direttamente correlate all’insorgenza di malattie renali.

Le infiltrazioni intravitreali permettono di introdurre direttamente nell’occhio un determinato farmaco attraverso la sclera. I farmaci attualmente approvati ed utilizzati per uso intraoculare sono gli anti-VEGF e i cortisonici.

I primi sono una delle possibilità terapeutiche più efficaci per contrastare la degenerazione maculare legata all’età, poiché grazie alla loro somministrazione è possibile ottenere un forte rallentamento delle forme essudative della malattia. Tuttavia, questo trattamento risulta efficace se stabile e prolungato nel tempo.

Uno studio condotto dall’Università della Pennsylvania, Philadelphia, ha studiato l’effetto delle terapie VEGF sui pazienti.

Daniel Choi, MD, e il suo team, hanno studiato l’effetto delle terapie VEGF a lungo termine e nel complesso non hanno trovato alcuna associazione tra i trattamenti e il rischio di malattia renale cronica o malattia renale allo stadio terminale.

In questo studio, i ricercatori hanno utilizzato un database di reclami medici per identificare i pazienti che erano stati trattati con un agente anti-VEGF intravitreale e il numero totale di iniezioni somministrate nell’arco di 4 anni. I pazienti che soddisfacevano i criteri di inclusione sono stati in seguito divisi in gruppi in base al numero di iniezioni che hanno ricevuto per poi essere confrontati tra loro.

In più, gli autori hanno anche esaminato le singole malattie della vista che si curano con le infiltrazioni come, ad esempio la degenerazione maculare neovascolare correlata all’età (AMD), l’edema maculare associato all’occlusione della vena retinica (RVO) e la retinopatia diabetica (DR).

Inoltre, hanno anche utilizzato l’analisi di regressione proporzionale di Cox per valutare un aumento ogni 5 iniezioni del rischio di sviluppare malattie renali.

I risultati hanno mostrato che 13.895 pazienti avevano ricevuto da 1 a 3 iniezioni di anti-VEGF (pazienti facenti parte del gruppo con indice di infiltrazioni più basso) mentre 13.881 ne avevano ricevute più di 21.

Gli autori non hanno riscontrato alcuna associazione complessiva con lo sviluppo di malattie renali concludendo che sebbene la letteratura mostri una qualche correlazione tra malattie renali e numero di infiltrazioni VEGF, l’analisi di COX non ha confermato questi risultati.

Fonte: Ophthalmology Times

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