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Laser refrattivo, cosa accade dopo 15 anni?

Alla lunga miopia e astigmatismo tendono a ripresentarsi

25 settembre 2015 – Fare a meno di occhiali e lenti a contatto per tutta la vita è il sogno di molti miopi e astigmatici. Allora alcuni decidono di ricorrere al laser. Questo però deve avvenire solo se, secondo l’oculista consultato, ci sono i requisiti necessari (miopia stabile, assenza di alcune patologie quali la congiuntivite o la cheratite, spessore corneale sufficiente, assenza di secchezza oculare, ecc.).

Prima di procedere a un eventuale intervento occorre comunque sottoscrivere un consenso informato ampio e dettagliato.

Chiunque pensi di sottoporsi a una chirurgia refrattiva laser deve sapere che un vizio refrattivo – come miopia e astigmatismo – tende a ripresentarsi.

Secondo uno studio condotto in Spagna su 33 persone [[Tenendo conto che sono state trattate persone con miopie fino a -10 diottrie e astigmatismi fino a -4,5; profondità di ablazione di 130 µm (spessore del tessuto corneale asportato)]], dopo 15 anni nell’85% dei casi sono stati riscontrati difetti fino a ±2 diottrie col laser a eccimeri (ricorrendo a una tecnica fotoablativa chiamata cheratectomia fotorefrattiva o PRK, con cui si “modella” la superficie oculare per compensare il difetto visivo).

“La cheratectomia fotorefrattiva – concludono i ricercatori sul British Journal of Ophthalmology – è una procedura sicura a lungo termine per i gradi di miopia attualmente ritenuti adatti al suo impiego, nonostante la sua efficacia diminuisca col tempo, specialmente nelle miopie elevate”.

Fonte: BJO

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