Nel Rapporto PIT salute di Cittadinanzattiva si denunciano ritardi, difficoltà, burocrazia e costi eccessivi. Maglia nera per le attese in oculistica
I cittadini vogliono curarsi nel servizio sanitario pubblico, ma fanno i conti con liste d’attesa spesso lunghe, spese per i ticket e i farmaci nonché con un’assistenza territoriale che, più del passato, mostra i suoi limiti. Tutto ciò viene analizzato nel XX Rapporto PIT Salute di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato – dal titolo “Sanità pubblica: prima scelta, ma a caro prezzo” –, presentato il 13 dicembre 2017 a Roma. La maglia nera per le liste d’attesa va a oculistica. Infatti chi si lamenta con Cittadinanzattiva di tempi troppo lunghi aspetta mediamente 6 mesi.
Aspettando una visita specialistica
Vengono segnalati tempi lunghi soprattutto per accedere alle visite specialistiche (dal 34,3% del 2015 al 40,3% del 2016). Seguono, col 28,1% delle segnalazioni, i tempi troppo dilatati per gli interventi chirurgici (comunque in riduzione: erano del 35,3% nel 2015); al terzo posto – in lieve peggioramento – ci sono le liste di attesa per gli esami diagnostici (passate dal 25,5% al 26,4%).
Il 37,4% denuncia i costi elevati e gli aumenti relativi ai ticket per la diagnostica e la specialistica, mentre il 31% esprime disagio rispetto ai casi di mancata esenzione dal ticket (in aumento).
Oculistica all’ultimo posto
Si rileva che le visite per cui si attende più spesso sono quelle oculistiche (15,6% nel 2016, dal 25% del 2015), quelle cardiologiche (12,5%) e quelle neurologiche (10,9%). L’attesa media per le visite specialistiche – neurologia, oncologia e chirurgia generale – nel 2016 è stata pari a 12 mesi. Per quanto riguarda le visite oculistiche, invece, tra i “segnalatori” l’attesa media è scesa da 9 a 6 mesi a livello nazionale.
I limiti del Rapporto
Nonostante il notevole interesse dei dati contenuti nel Rapporto, vanno evidenziati alcuni limiti. Infatti molti dati costituiscono esclusivamente una finestra parziale della realtà del Servizio Sanitario Nazionale.
Ad esempio, verificando nel sito ufficiale della Regione Lazio circa la metà delle ASL dichiara di avere effettuato – nel mese di ottobre – una visita oculistica entro i 30 giorni dalla prenotazione previsti dalla legge: è una media comunque nettamente inferiore rispetto ai sei mesi rilevati da Cittadinanzattiva, ma il Corriere della Sera scrive che i tempi si attestano mediamente attorno agli 85 giorni (quasi il triplo del massimo consentito).
Ricordiamo, in conclusione, che i dati del Rapporto PIT Salute si riferiscono esclusivamente a coloro che hanno contattato una delle 300 sezioni locali del Tribunale per i diritti del malato.
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Fonte principale: Cittadinanzattiva